l'Astrofilo settembre 2013

mile a quello della stella ma ha anche al- cune proprietà ben distintive: le sue righe sono estremamente più deboli, ma in com- penso sono caratterizzate da uno sposta- mento verso il blu e verso il rosso decisa- mente più marcato. Il problema è capire quali elementi dell'atmosfera planetaria possono lasciare tracce sufficientemente in- tense da essere distinguibili nello spettro stellare, che è mediamente un migliaio di volte più luminoso di quello di un hot jupi- ter. I migliori candidati sono i composti a base di carbonio e ossigeno, più tipici delle calde atmosfere planetarie che non delle roventi atmosfere stellari, dove le più ele- vate temperature spezzano più facilmente i legami molecolari. Il monossido di carbonio era teoricamente il meno difficile da identificare ed è stato proprio quello a mostrarsi per primo nel corso di osservazioni condotte a partire dal 2010 su vari hot jupiters da diversi team di ricercatori. L'ostacolo principale da supe- la di misurare il piccolo spostamento delle ri- ghe (rispetto ai riferi- menti di laboratorio), operazione tanto meno agevole quanto più es- se sono deboli. Una volta che le cicli- che variazioni della ve- locità radiale della stel- la sono acclarate al di là del suo moto proprio in cielo, si hanno essen- zialmente due certez- ze: il pianeta esiste e la sua luce è mescolata con quella della stella. Qui prende forma la ri- sposta all'interrogativo più sopra formulato, infatti il comportamen- to spettroscopico del pianeta è del tutto si- SETTEMBRE 2013 PLANETOLOGIA ASTROFILO l’ L a posizione della stella HD 189733 rispetto alla nebulosa M27 della Volpetta. [Brahmand.me]

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