l'Astrofilo settembre 2012

PLANETOLOGIA ASTROFILO l’ mantenere la propria struttura molecolare (e quindi reirradiare il calore ricevuto) solo fino a certi livelli di radiazione ultravioletta, oltre i quali le molecole si rompono e tornano a prevalere i composti che assorbono più effi- cacemente la radiazione stellare. Future os- servazioni di Tau Boötis b, che sfrutteranno le tecniche attuali su telescopi decisamente più grandi, permetteranno di analizzarne molto più in dettaglio l’atmosfera, eviden- ziando anche possibili variazioni fra matti- no e sera, sempre che il pianeta non sia già sincronizzato gravitazionalmente e mostri quindi sempre la stessa faccia alla sua stella. Per la verità, questo sembra più che proba- bile, visto che la rotazione media di Tau Boö- tis corrisponde proprio col periodo di rivolu- zione del pianeta, cosa che oltretutto indi- cherebbe una complanarità fra equatore stel- lare e orbita planetaria. Dettagli a parte, ciò che più conta è l’aver sperimentato con suc- cesso una nuova via che permetterà nei pros- simi decenni di aumentare enormemente la nostra conoscenza dei pianeti extrasolari, soprattutto di quelli “invisibili”. n I n questa sugge- stiva immagine vediamo la strut- tura che ospita alle Canarie il Te- lescopio Nazio- nale Galileo. Da pochi mesi do- tato di un sofisti- catissimo spet- troscopio, deno- minato HARPS-N (gemello del più celebre HARPS dell’ESO), anche il nostro più im- portante stru- mento è ora in grado di contri- buire significati- vamente alla scoperta e allo studio di pianeti extrasolari, sfrut- tando il metodo della velocità ra- diale. [INAF] colare la probabile temperatura media del pianeta, risultata di circa 1650 Kelvin, a con- ferma, se mai ce ne fosse bisogno, che è real- mente un hot Jupiter. Grazie alle osservazioni spettroscopiche ese- guite per determinare l’inclinazione dell’or- bita di Tau Boötis b è stata fatta anche una seconda interessante scoperta: la tempera- tura della sua atmosfera cala costantemente al crescere dell’altezza, anziché presentare quell’inversione termica tipica dei pianeti di questa categoria. La riga del monossido di carbonio risulta infatti sempre in assorbi- mento, anziché presentarsi in emissione negli strati atmosferici più esterni. Poiché l’inversione termica è provocata dalla radiazione stellare, verrebbe da pensare che Tau Boötis sia meno attiva di altre stelle che ospitano hot Jupiters, ma non è così, anzi, Tau Boötis è al contrario una stella decisamente attiva, con una temperatura fotosferica supe- riore ai 6000 Kelvin, e probabilmente la dif- ferenza sta proprio nella sua vivacità. Si ritiene infatti che i composti atmosferici re- sponsabili dell’inversione termica possano

RkJQdWJsaXNoZXIy MjYyMDU=