l'Astrofilo settembre 2012

hanno deciso di migliorare quel valore, ap- plicando un nuovo metodo di riduzione dei dati spettroscopici, testato inizialmente su un pianeta in transito. Sfruttando la vicinanza e la forza del segnale del sistema di Tau Boötis, i ricercatori hanno effettuato tre serie di os- servazioni spettropolarimetriche (18 ore in totale) con il CRyogenic high-resolution In- fraRed Echelle Spectrograph (CRIRES), in do- tazione all’unità Antu del Very Large Tele- scope dell’ESO. Complessivamente sono stati presi 452 spettri ad altissima risoluzione, in un intervallo di lunghezze d’onda centrate sui 2,3 micron, con particolare attenzione alla riga del monossido di carbonio, che era at- tesa intensa nella luce planetaria. La scelta di osservare nell’infrarosso si deve chiaramente al fatto che in quella regione dello spettro elettromagnetico il divario fra luminosità di stella e pianeta si riduce sensibilmente, e ancor più si riduce osservando in luce pola- rizzata, dove il contributo planetario è pre- minente rispetto a quello stellare. ASTROFILO l’ Sfruttando questo doppio vantaggio (e avendo a disposizione uno dei più potenti strumenti astronomici del mondo) i ricerca- tori auspicavano di individuare righe spettrali (come appunto quella del monossido di car- bonio) appartenenti alla minuscola parte di luce (mediamente lo 0,01%) riflessa dal pia- neta. Se fossero emerse, riconoscerle sarebbe stato relativamente semplice, dal momento che quelle appartenenti alla luce planetaria avrebbe manifestato uno spostamento verso il rosso (redshift) e verso il blu (blueshift) di- verso da quello della stella, in quanto alla ve- locità radiale del sistema si sarebbe sommata o sottratta la velocità orbitale del pianeta. Attraverso complesse elaborazioni, che han- no richiesto anche la realizzazione di appositi algoritmi, il segnale cercato è alla fine emer- so (si consideri che quegli spettri sono domi- nati da elementi appartenenti alla nostra atmosfera, ancor prima che a Tau Boötis, ulteriore complicazione). Per interpretarlo nella giusta maniera Brogi e colleghi hanno S opra, il riflet- tore Antu, unità 1 del Very Large Telescope, impiegato da un team internazio- nale di astronomi per determinare la massa di Tau Boötis b. [ESO]

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