l'Astrofilo settembre 2012

ASTROBIOLOGIA ASTROFILO l’ U n’ipotetica scena di una missione umana su Phobos. Grazie alla bassissima gravità del satel- lite, gli astronauti potrebbero rag- giungere la su- perficie con facili- tà e raccogliere altrettanto facil- mente campioni di rocce e polveri. La loro analisi po- trebbe rivelare le prime forme di vita aliena. n anche se lì non si dovessero scoprire segni di vita presente o passata non necessariamente la conclusione varrà per l’intero pianeta. Su Phobos è invece presente materiale prove- niente in tempi diversi da diverse aree geo- grafiche marziane, e solo analizzando cam- pioni raccolti in punti diversi della superficie del satellite si potrà dare in tempi ragione- volmente brevi un responso quasi definitivo sull’esistenza dei marziani. Vista la relativa semplicità di una missione, non solo automatica, verso Phobos, non è improbabile che dopo la Luna possa essere proprio quello, e non Marte, il primo corpo celeste su cui sbarcherà l’uomo: meno rischi, meno spese e maggiori probabilità di sco- prire la vita oltre la Terra. Perché no? l’evento alza sensibilmente le probabilità dell’esistenza su Phobos di colonie batteri- che marziane, infatti, ammesso e non con- cesso che su Marte ci sia stata vita almeno fino ad alcuni milioni di anni fa, e che questa abbia lasciato quanto meno tracce fossili, su Phobos potrebbe essercene un intero cam- pionario, molto più facile da collezionare che non scendendo sulla superficie del pia- neta. Prendiamo ad esempio il nuovo rover Curiosity, felicemente atterrato su Marte il 6 agosto scorso: per quanto sofisticato sia il suo laboratorio biochimico e per quanto promettente sia dal punto di vista astrobio- logico il cratere Gale, luogo dell’atterraggio, la missione sarà comunque limitata geogra- ficamente a quell’ambiente circoscritto, e

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