l'Astrofilo settembre 2012

STRUMENTI ASTROFILO l’ Il secondo pianeta scoperto grazie al KELT- North è decisamente più convenzionale. È stato denominato KELT-2Ab e orbita an- ch’esso attorno a una stella di tipo F (nota con le sigle HD 42176 e KELT-2A), che brilla di magnitudine 8,77 nella costellazione dell’Auriga, a una distanza di circa 360 anni luce. KELT-2Ab è un tipico hot Jupiter, con massa 1,5 volte quella di Giove e raggio di 1,3 raggi gioviani. Ruota attorno alla sua stella in poco più di 4 giorni, a una distanza media di quasi 7,5 milioni di km. Altre infor- mazioni su quel pianeta, in particolare sulla sua atmosfera, arriveranno certamente dalla campagna osservativa programmata per il prossimo novembre, quando alcuni grandi telescopi al suolo, ai quali si aggiungeranno gli spaziali Hubble e Spitzer, dedicheranno parte del loro tempo ad analizzare la luce fil- trata attraverso la sua atmosfera. Per quanto diversi possano essere fra loro i due pianeti scoperti dal piccolo KELT, c’è una cosa piuttosto importante che li accomuna ed è quella di orbitare attorno a una stella doppia. Sia nel caso di KELT-1 sia in quello di KELT-2A i ricercatori hanno infatti accertato un legame con stelle nane, un tipo M per la prima e un tipo K per la seconda (KELT-2B). Ci sono validi motivi per ritenere che quelle due stelle abbiano avuto un ruolo determi- nante nel creare l’attuale situazione dina- mica dei sistemi: i ricercatori sono convinti che i due pianeti percorrevano un tempo or- bite molto più ampie di quelle attuali e che I n questa imma- gine si scorge il filtro Wratten montato sul- l’obiettivo. Seb- bene appaia di colore giallo, la- scia in realtà pas- sare la luce rossa, con picco di tra- smissione a 489 nm. [KELT Obser- vatories] A sinistra ve- diamo un’im- magine della stella KELT-1 (la chiazza grande) dove è visibile (indicata dalla freccia) anche la stella nana con la quale forma un sistema binario. Proprio questa nana può aver spinto KELT-1b così vicino alla sua stella. [Keck Observatories] solo in epoche relativamente recenti le inte- razioni gravitazionali con le più esterne stelle nane li hanno dirottati sulle orbite che oggi percorrono. Si tende infatti ad esclu- dere che gli hot Jupiter possano formarsi a brevissima distanza dalle stelle, in quanto quella posizione non è né favorevole all’ag- gregazione di grandi quantità di gas, né so- stenibile per lunghissimi periodi, e avendo il sistema di KELT-2A circa 4 miliardi di anni è improbabile che il suo pianeta possa trovarsi dov’è da tutto quel tempo. Al di là degli importanti risvolti scientifici, le scoperte ottenute dal KELT offrono anche qualche spunto di riflessione sul mondo astrofilo, dove si vedono gruppi di persone che convincono le amministrazioni locali o (molto più raramente) singoli privati a spen- dere cifre esorbitanti per costruire osserva- tori tanto vistosi quanto inutilizzabili dal punto di vista della ricerca astronomica, quando invece con cifre più modeste e cer- tamente con più umiltà potrebbero essere conseguiti risultati davvero importanti. Di fronte a rilevanti scoperte compiute con un obiettivo di appena 42 millimetri di dia- metro, appare veramente risibile la corsa a diametri di 1 metro e più che ancora conti- nua da parte di talune realtà del panorama amatoriale. Sono le idee che fanno la diffe- renza, non le dimensioni… n

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