l'Astrofilo novembre-dicembre 2014

38 NOVEMBRE-DICEMBRE 2014 GALASSIE ASTROFILO l’ nero di quelli tipicamente ospitati da ga- lassie migliaia di volte più grandi e più massicce sembra paradossale. Questo so- prattutto per il fatto che il buco nero cen- trale di una galassia cresce con la galassia stessa e ne caratterizza le proprietà chi- mico-fisiche. C'è ad esempio una vera e propria interdipendenza fra la massa del buco nero e le proprietà del bulge (il rigon- fiamento centrale delle galassie spirali), tanto che già dall'esame di quest'ultimo ci si può fare un'idea sul “mostro” che si an- nida al suo interno. Semplificando, i buchi neri supermassicci, quelli con masse superiori a 1 milione di masse solari, sono sicuramente attesi nelle grandi galassie, ma non in quelle nane e tanto meno negli ammassi globulari. Per- tanto, se uno di essi fosse scoperto in una UCD si avrebbe una prova concreta che quella nana era in un'epoca remota una galassia normale e che solo successiva- mente ha perso tutta la materia esterna al nucleo. L'eventuale scoperta porterebbe anche ad escludere la presunta natura glo- bulare e quindi a gettare nuova luce sul- l'intera categoria delle galassie nane ultra- compatte. Un altro nodo cruciale che riguarda questi sistemi stellari, inclusa M60-UCD1, è che mostrando (giustamente) una massa stel- lare consistente con la luminosità, nel mo- mento in cui attraverso studi cinematici si calcola una massa totale decisamente su- periore a quella visibile, ci si trova a dover scegliere fra due opzioni un po' scomode: o ammettere l'esistenza di un buco nero supermassiccio, oppure ipotizzare che la regione centrale sia occupata da un gran numero di stelle molto massicce ma anche molto poco brillanti. Questa seconda op- zione è ancor meno convincente della prima, perché comporterebbe un'anomalia in quella che gli astronomi chiamano “fun- zione di massa stellare iniziale”, che in sin- tesi è una descrizione empirica della distribuzione delle masse stellari in base alla massa disponibile all'epoca della loro formazione. Semplificando, le stelle di M60-UCD1 sarebbero, per motivi ignoti, mediamente più massicce di quelle delle altre galassie. L a grande galassia ellittica M60 avvolge con le sue regioni pe- riferiche M60-UCD1 (estratta nel riquadro a destra con scala e iso- fote). Questa galassia nana era una normale ellittica prima che M60 le sottraesse tutta la mate- ria esterna al nucleo. La stessa sorte potrebbe toccare alla vicina NGC 4647, la spirale visibile in alto. Qui a sinistra, un primo piano di M60-UCD1. [NASA, ESA, A. Seth (University of Utah, USA)]

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