l'Astrofilo novembre-dicembre 2014

siano sufficientemente inde- boliti da lasciar intravedere le tracce spettrali dell'even- tuale stella compagna, va da sé che il miglior candi- dato per una ricerca in tal senso sia l'esplosione più datata, quindi quella del- la SN 1993J (scoperta il 28 marzo 1993 dall'astro- filo spagnolo Francisco Garcia). Oltre che per mo- tivi temporali, quest'ul- tima è un ottimo target anche per via della sua relativa vicinanza, essen- do esplosa in M81, una ben nota galassia dell'Or- sa Maggiore, distante “so- lamente” 11 milioni di anni luce. È di fatto la più vicina supernova di Tipo II b finora osservata dagli astronomi e la possibilità di scoprire la sua stella compagna ha stimolato diverse ricerche nell'ultimo ven- tennio. Avendo gli astronomi i- dentificato il progenitore della SN 1993J come supergigante di tipo spettrale K (temperatura superficiale non lontana dai 4000 kelvin), era stato previsto che dal 2006 la radiazione pro- veniente dal residuo dell'esplosione sa- rebbe divenuta sufficientemente debole da consentire di riconoscere il contributo della stella compagna sotto forma di un eccesso di ra- diazione ultravioletta. Un flusso di quel tipo, nor- malmente atteso in presenza di una stella cal- dissima, era già stato parzialmente rilevato nel 2002 e nel 2004 grazie a osservazioni condotte con ASTROFILO l’ SUPERNOVAE NOVEMBRE-DICEMBRE 2014 30 E cco, in sintesi, come si forma una supernova di tipo II b: due stelle giganti orbitano attorno al comune baricentro fin quando una di esse sot- trae grandi quantità di idrogeno alla compa- gna divenuta supergigante rossa. Quest’ul- tima esplode lasciando un residuo compo- sto prevalentemente di elio, elemento che finisce col caratterizzare anche la stella su- perstite. [NASA, ESA, and A. Feild (STScI)] A piena pagina, una visione artistica del residuo della SN 1993J. [NASA, ESA, and G. Bacon (STScI)]

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