l'Astrofilo novembre-dicembre 2014

28 SUPERNOVAE ASTROFILO l’ sua luce nei mesi successivi all'esplosione, elemento che diviene via via sempre più ra- refatto (e quindi meno rilevabile) a causa dell'espansione del residuo di supernova. Contemporaneamente inizia invece ad ab- bondare l'elio, chiara indicazione del fatto che il progenitore aveva precedentemente perso gli strati più esterni, nei quali domina l'idrogeno. Ciò non accade in una classica su- pernova di Tipo II , dove l'idro- geno rimane facilmente rile- vabile per lungo tempo. Per- ché questa differenza? Qual è il meccanismo che sottrae ai progenitori del Tipo II b gli strati esterni di idrogeno? Gli astronomi si sono posti queste domande sin dalle prime sco- perte di quella variante e le possibili risposte sono venute dal fronte teorico, con la co- struzione di modelli concordi su uno scenario che vede una stella compagna strappare l'i- drogeno al vicino progenitore della super- nova. Quest'ultimo, giunto al termine della sua esistenza, si espande come supergigante rossa e i suoi strati più esterni ricchissimi di idrogeno raggiungono la stella compagna (meno massiccia e quindi ancora in “buona salute”), la quale li risucchia attraverso il pun- to di contatto dei due lobi di Roche (le “sfere” d’influenza gravitazionale delle due stelle). R appresenta- zione artistica del sistema bina- rio all’origine della SN 1993J, dove una super- gigante rossa giunta al termine della sua esi- stenza esplode mentre la stella compagna sta an- cora sottraendo- le gli strati più esterni di idro- geno. A fianco, un video che illu- stra più dettaglia- tamente quel medesimo scena- rio. [ESA/Hubble (M. Kornmesser & L. L. Christensen)]

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