l'Astrofilo luglio 2013
CORPI MINORI ASTROFILO l’ Purtroppo però esistono una quantità di metodi di classificazione, che a seconda dei criteri utilizzati possono portare a risultati contrastanti, tanto che numerosi asteroidi rientrano in più classi, creando non poca confusione quando si tenta di definire le fa- miglie integrando le proprietà mineralogi- che a quelle orbitali. Questa problematica è figlia del fatto che le classificazioni finora adottate basavano su osservazioni compiute nel visuale, dove il va- lore dell'albedo non è univocamente indica- tivo delle dimensioni di un determinato asteroide, nel senso che un oggetto più grande ma dalla superficie più scura può bril- lare tanto quanto un oggetto più piccolo ma con una superficie più chiara. Ipotiz- zandoli alla me- desima distanza dal Sole avranno in apparenza una albedo identica, cosa che invece non è. Se le di- mensioni non so- no note con buo- na approssima- zione è chiaro che la determinazione dell'albedo può essere influenzata da diversi fattori, inclusi i colori nei quali si osserva per determinarla. La limitata cono- scenza dei diame- tri degli asteroidi prima dell'avven- to di WISE aveva permesso di carat- terizzarne con suf- ficiente precisione solo alcune centinaia e le incertezze au- mentavano al diminuire delle dimensioni reali degli oggetti osservati (in luce bianca), fino a tagliar fuori quelli con albedo più bassa, col risultato che per numerose fami- glie il rapporto fra numero e dimensioni ve- niva alterato. Essendo questo un parametro fondamentale nella comprensione dell'evo- luzione delle famiglie, della dinamica del- L a gran parte degli asteroidi sono riuniti nella Fascia Principale (punti bianchi). Vista nel suo in- sieme non pre- senta particolari addensamenti, come avviene in- vece per i gruppi legati ai punti la- grangiani di Giove (Troiani, Greci e gruppo di Hilda). Se però posizioniamo su un grafico tutti gli asteroidi in base ai loro ele- menti orbitali, compaiono rag- gruppamenti ine- quivocabili, scoperti già quasi un secolo fa e de- finiti “famiglie”. N ella sequenza di immagini a fianco, prese con il telescopio spaziale Hubble, vediamo i postumi dello scontro avvenuto circa un anno prima fra due piccoli asteroidi, il più grande dei quali denominato P/2010 A2. I frammenti seguono inizialmente orbite simili a quelle del corpo principale, parzialmente sopravvissuto all’impatto. [NASA, ESA and D. Jewitt (UCLA)]
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy MjYyMDU=