l'Astrofilo luglio 2013

PLANETOLOGIA ASTROFILO l’ U n “prima e dopo” estratto dall’archivio di HiRISE, che mostra inequivocabilmente come la notevole struttura da impatto ingran- dita in basso si sia formata nell’intervallo di tempo trascorso fra le due esposizioni. Le scale di riferimento danno un’idea delle dimensioni di quella struttura. [NASA/JPL-Caltech/MSSS/UA] grado di deterioramento rispetto a quelli più recenti. Conoscendo l'epoca in cui un cratere si è formato, si ha automaticamente un li- mite minimo per l'età della struttura alla quale si è sovrapposto, il che nel caso speci- fico di Marte aiuta a capire come, quando e quanto a lungo determinati agenti superfi- ciali e atmosferici hanno agito su determi- nati territori. Inevitabilmente, più si tenta di proiettare il tasso di craterizzazione indietro nel tempo e più le stime rischiano di diven- tare imprecise, soprattutto per i crateri di più piccolo diametro. Ma intanto le due ricerche condotte in Arizona hanno comunque mi- gliorato notevolmente questo particolare ambito della planetologia. di altri orbiter. Quei siti si presentavano co- me macchiette più scure della superficie cir- costante, incluse in terreni prevalentemente polverosi e pianeggianti (le analogie con le omologhe formazioni individuate sulla Luna sono evidenti). Anche in questo caso, dal confronto fra il prima e il dopo i ricercatori hanno potuto appurare che nell'ultimo de- cennio si sono formati almeno 248 nuovi crateri da impatto, con diametro minimo di 3,9 metri. Da notare che una metà di quei crateri appaiono raccolti in grappoli, proba- bile segno del contemporaneo impatto di più frammenti derivanti da un unico corpo disgregato dall'azione dell'atmosfera mar- ziana. Considerando l'area complessiva del campione analizzato, Daubar e colleghi hanno potuto stimare che su tutta la super- ficie marziana il tasso di formazione di nuovi, piccoli crateri è di circa 200 unità al- l'anno, 1 ogni 600000 km 2 , livello decisa- mente meno allarmante di quello lunare, in prospettiva di una possibile colonizzazione del pianeta. Il tasso attuale di craterizzazione di Marte è molto inferiore al previsto, a riprova di quanto l'assenza di osservazioni dirette avesse finora falsato le stime. Precedenti studi empirici fissavano infatti quel tasso su valori da 3 a 10 volte superiori e lo facevano sulla base di modelli sviluppati per la crate- rizzazione della Luna, evidentemente “espor- tati” con troppa leggerezza. Un'errata valutazione del tasso di craterizza- zione di una superficie rocciosa si riflette ne- gativamente sulla datazione delle confor- mazioni superficiali, che nel caso di quelle più recenti forniscono non tanto informa- zioni di tipo geologico, quanto piuttosto di tipo climatologico e idrologico, due aspetti importanti nel caso di Marte. Ora, grazie alla schiera di nuovi crateri scoperti e alla precisa conoscenza della loro età, sarà anche possi- bile stimare con maggiore precisione l'età di crateri simili ma più vecchi, osservandone il n 100 metri

RkJQdWJsaXNoZXIy MjYyMDU=