l'Astrofilo luglio 2013

PLANETOLOGIA ASTROFILO l’ arrivati a stimare che negli ultimi 4 anni possono essersi veri- ficati fino a 180000 piccoli impatti con- tro la Luna, qualco- sa come un impatto all'anno su un'area ampia come una grande città. Sebbe- ne a essere coinvolti in quegli eventi sia- no di solito meteo- riti di poche decine di chilogrammi, e so- lo più raramente di qualche quintale o tonnellata, il fatto che viaggino a pa- recchie migliaia di km/h li rende un pe- ricolo rilevante per le future basi lunari. Non che finora non lo si sapesse, ma se il numero stimato dai due ricercatori è cor- retto, quel problema si accentua notevol- mente rispetto al passato. Un altro risultato non propriamente atteso emerso dall'esame delle nuove strutture da impatto è il loro aspetto più scuro rispetto alla superficie lunare circostante. Finora si era sempre ritenuto che la formazione di un nuovo cratere dovesse far affiorare dal sot- tosuolo materiale più chiaro di quello della A destra, uno dei numerosi nuovi crateri fo- tografati in alta risoluzione dalla camera HiRISE del Mars Reconnais- sance Orbiter. Si nota chiaramente come i terreni subsuperficiali scagliati tutto at- torno abbiano una tonalità più scura del resto della superficie. Lo stesso feno- meno si osserva sulla Luna e at- tualmente non trova una spiega- zione soddisfa- cente. In basso vediamo come si presenta il luogo di impatto di uno sciame di meteo- riti, derivanti dal- la frammentazio- ne di un singolo corpo nell’atmo- sfera marziana a causa dell’attrito. La forma degli ejecta è utile per risalire alla traiet- toria delle meteo- riti. [NASA/JPL- Caltech/MSSS/UA] superficie e non sono mancati gli esempi a sostegno di tale ipotesi. Il motivo per cui ci si aspetta che il terreno fatto emergere da un impatto sia più chiaro è presto detto: tutte le superficie rocciose e le polveri diretta- mente esposte alla radiazione solare e al de- positarsi di polvere interplanetaria tendono a divenire sempre più scure col trascorrere dei miliardi di anni; quindi poco al disotto della “buccia” esterna i terreni dovrebbero essere sempre più chiari, salvo i casi in cui siano composti di lava solidificata molto scura. Non è però questo il caso delle nuove formazioni, soprattutto quelle più piccole, che appaiono decisamente meno chiare di quanto ci si aspettava. Un vero mistero... Spostandoci dalla Luna a Marte le cose cam- biano solo parzialmente e i risultati ottenuti sono altrettanto interessanti. A lavorare sulle immagini riprese dall'MRO sono stati in questo caso ricercatori della University of Arizona (Tucson, USA), che sotto la guida di Ingrid Daubar hanno osservato in alta riso- luzione con la camera HiRISE una lunga serie di siti sospetti, precedentemente indi- viduati a minore risoluzione con la Context Camera dello stesso MRO e con altre camere

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