l'Astrofilo luglio 2013

STELLE ASTROFILO l’ 3000 stelle apparte- nenti all'ammasso NGC 3766. In ag- giunta a quasi 120 nuove variabili “nor- mali”, Mowlavi e colleghi ne hanno ri- velate 36 che vanno soggette a regolari variazioni di solo qualche millesimo di magnitudine, il che lascia intuire l'ele- vata precisione delle osservazioni e del successivo lavoro di elaborazione dati. In pratica, è stata rag- giunta una precisione che supera del doppio quella raggiunta da ricerche precedenti, condotte con telescopi anche più grandi. Grazie alla relativa vicinanza dell'ammasso, circa 7000 anni luce, è stato semplice identi- ficare il tipo di stelle di cui è composto e per- tanto anche quelle che mostrano l'inattesa variabilità. Come è normale per un ammasso che esiste da solo 20 milioni di anni, al suo interno abbondano le grandi stelle blu di tipo B (in media una decina di volte più grandi del Sole). Tra le B c'è anche una di- screta rappresentanza della variante Be, i cui membri hanno fra le loro varie peculia- rità quella di essere rapidi rotatori, tanto da assumere una forma ellissoidica. Questa ca- ratteristica potrebbe accomunarle ai mem- bri della nuova classe di variabili appena I n questa note- vole animazione veniamo proiet- tati verso NGC 3766 partendo da un ampio cam- po della nostra galassia. [ESO, Nick Risinger] A destra, la cu- pola del tele- scopio Euler ri- presa con una lunga esposizio- ne, che ha regi- strato l’ambiente interno grazie al- la rotazione del- la feritoia attra- verso la quale lo strumento punta il cielo. [ESO] scoperte, perché se la quasi impercettibile pulsazione che le caratterizza è la reale causa della variabilità riscontrata, una ra- pida rotazione sull'asse può fornire le con- dizioni fisiche necessarie a innescare quel tipo di pulsazione, avendo un forte impatto sul comportamento della struttura interna. Effettivamente, almeno 4 variabili della nuova classe (fra le 36 scoperte), per le quali sono disponibili dati spettroscopici sufficien- temente precisi, risultano ruotare ad al- meno la metà della velocità critica, termine col quale si intende un limite raggiunto il quale la stella inizia ad andare in pezzi, ri- lasciando attorno copiose quantità di mate- ria (soprattutto idrogeno). Un altro fattore che accomuna le Be con le nuove variabili è la taglia, essendo queste ultime di tipo B avanzato e A. Un parallelismo che potrebbe non esaurirsi qui, tanto che Mowlavi consi- glia di andare a cercare altri rappresentanti della nuova classe di variabili proprio in que- gli ammassi dove abbondano le Be. Che serva raccogliere ulteriori informazioni sulle ultime arrivate è chiaro, dal momento che ufficialmente la causa di quella speci- fica variabilità è ignota e tale resterà fino a quando gli astrofisici non sapranno inclu- derle nei loro modelli. Intanto sarebbe utile trovare un nome per la nuova classe di va- riabili. Quello proposto dal team di Mo- wlavi è “variabili di tipo B avanzato e A pulsanti a bassa ampiezza”. Non è certo il massimo della sintesi! n

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