l'Astrofilo luglio 2012

PLANETOLOGIA ASTROFILO l’ può appunto scaturire da un pianeta di taglia para- gonabile a quella di Mer- curio. La continua erosio- ne di materia porterà ov- viamente quel pianeta a divenire ogni giorno più leggero, e alla fine la sua ridottissima forza gravi- tazionale non sarà più in grado di trattenere nem- meno gli elementi più pesanti. (A quel tasso di evaporazione, la nostra Terra svanirebbe in 1 mi- liardo di anni!) Una volta sfuggito al suo pianeta, il materiale che va a costituire la coda raggiunge una densità per noi impercettibile nel giro di poche ore, e per- tanto contribuisce all’occultazione solo quan- do il pianeta entra sul disco stellare e fino a poco dopo il suo egresso, con un’evidente asimmetria nella curva di luce in corrispon- denza delle due situazioni. La parte più densa della coda si trova chiaramente subito dietro al pianeta, e a distanze variabili in base ai numerosi fattori visti più sopra si ve- rificherebbe anche una separazione fra gas e polveri, la cui reazione alla pressione stel- lare è intuibilmente diversa. È interessante notare che vi è certezza del fatto che la coda è composta sia di gas sia di polveri, non tanto per la loro successiva separazione (prevista dai modelli matematici e dalle simulazioni, ma non osservata direttamente) quanto per il fatto che se fossero presenti solo gas il loro contributo in termini di affievolimento della luce stellare sarebbe rilevabile solo a deter- minate frequenze e non in tutta l’ampia fi- nestra ottica/infrarossa in cui Kepler opera. Non resta ora che attendere conferme allo scenario descritto dai ricercatori impegnati in questo lavoro, e il primo passo potrebbe es- sere quello di capire se la profondità delle occultazioni di KIC 12557548 è dipendente dalla lunghezza d’onda osservata, in tal caso si avrebbe certezza del contributo della pol- vere e delle sue dimensioni, e lo scenario sa- rebbe complessivamente validato. U na fantastica veduta di come potrebbe apparire un mon- do che come KIC 12557548b orbita a brevissima di- stanza dalla sua stella: un paesag- gio infernale con la superficie che si liquefa per le altis- sime temperature. [Inga Nielsen] patibile con l’età di KIC 12557548 e ben si adatta alla ragionevole ipotesi che l’evapo- razione sia iniziata pochi milioni di anni do- po la nascita del sistema. Se il pianeta fosse sensibilmente meno massiccio di quanto sti- mato, a quest’ora sarebbe già svanito nel nulla; se al contrario fosse sensibilmente più massiccio, l’evaporazione potrebbe non aver affatto luogo, perché la maggiore attrazione gravitazionale inibirebbe la dispersione del materiale. Per valutare le dimensioni dell’oggetto, Rap- paport e colleghi hanno prima calcolato quanta massa doveva transitare sul disco stel- lare, in aggiunta al pianeta, per dar conto dell’oscuramento registrato da Kepler. Sup- ponendo che il materiale possa essere rap- presentato in proporzioni circa uguali da gas e polveri, che questi siano formati prevalen- temente di idrogeno, ossigeno, azoto e piros- seni vari (composti in cui intervengono in diversa misura silicio, alluminio, sodio, calcio, ferro, manganese e altri ancora), e che le di- mensioni medie delle particelle solide pre- senti nella coda del pianeta siano misurabili in frazioni di micron, i ricercatori sono arri- vati ad affermare che l’oggetto in questione sta perdendo una massa pari a 100mila ton- nellate al secondo. Un simile quantitativo, considerando l’età di quel lontano sistema, n

RkJQdWJsaXNoZXIy MjYyMDU=