l'Astrofilo luglio 2012

SOLE ASTROFILO l’ collegate fra loro da ciò che viene in gergo definito “tubo magnetico”, il quale intrap- pola plasma solare rendendo visibile il cap- pio. Più è ampia la regione interessata dal- l’affioramento del campo magnetico, più sa- ranno grandi i cappi risultanti dalla sua pre- senza. Se dunque il team di Goode ha osservato cappi con sezioni di appena 100 km (che è poi la risoluzione massima del- l’NST), significa che anche le linee di forza che li originano sono di quell’ordine di di- mensioni, e di conseguenza anche la regione fotosferica dove affiorano deve avere un’estensione altrettanto piccola. Di così ri- dotto, sulla fotosfera c’è solo una struttura, gli spazi intergranulari, nei quali precipita il plasma solare dopo essere emerso in super- ficie e aver irradiato il suo calore. I granuli sono strutture ampie 500-1000 km e gli spazi che li separano gli uni dagli altri sono una decina di volte meno ampi, quindi larghi al- l’incirca come la sezione dei nuovi cappi sve- lati dall’NST. Poiché già alla fine del secolo scorso era noto che anche i granuli sono in- teressati da un flusso magnetico, e che anch’esso si infila negli spazi intergranulari assieme al plasma in caduta, quello stesso flusso viene ora associato alla nuova catego- ria di cappi magnetici. Secondo i ricercatori, la collisione fra cappi adiacenti può portare alla rottura di quelle strutture e alla libera- zione dell’energia che contengono, la quale verrebbe veicolata ver- so l’alto da un nuovo tipo di spicole (dette di Tipo II) scoperto nel 2009 grazie alla sonda giapponese Hinode. Le spicole sono la contro- Q ui abbiamo invece il det- taglio dei cappi fotosferici ripresi dall’NST in una re- gione centrata sulla precedente. La definizione non è delle mi- gliori perché sono stati raggiunti dettagli ampi so- lamente 100 km. L’energia rila- sciata da queste strutture è re- sponsabile del surriscaldamento della corona so- lare. [BBSO/NJIT] A mpio scorcio della corona solare ri- preso il 25 settembre 2011 dall’SDO nel- l’estremo ultravioletto alla lunghezza d’onda di 171Å, che mostra strutture generate da plasma con tempera- ture vicine ai 600 000 Kelvin. [NASA, Goddard Space Flight Center] 45.000km nella forma per tutta la loro breve durata sono necessari campi magnetici intensi, com- patti e altrettanto invariabili durante la pre- senza della struttura a cappio. Quando sulla fotosfera emergono le linee di forza di un campo magnetico, succede che queste sot- traggono energia alla granulazione, la quale si raffredda, assumendo per contrasto una tonalità più scura: è così che nascono pori e macchie solari. Se un campo magnetico è ben strutturato affiora in superficie con en- trambe le polarità (positiva e negativa), che poste a debita distanza una dall’altra sono

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