l'Astrofilo novembre-dicembre 2024
33 NOVEMBRE-DICEMBRE 2024 ASTRO PUBLISHING di prova del 2021 con New Horizons, in cui è stata sottostimata la quan- tità di luce diffusa dalla polvere e sovrastimata la luce in eccesso dal- l’universo stesso. Ma questa volta, dopo aver tenuto conto di tutte le fonti di luce note, come le stelle di sfondo e la luce diffusa da sottili nubi di polvere all’interno della Via Lattea, i ricercatori hanno scoperto che il livello rimanente di luce visi- bile era del tutto coerente con l’in- tensità della luce generata da tutte le galassie negli ultimi 12,6 miliardi di anni. “L’interpretazione più sem- plice è che il COB sia interamente dovuto alle galassie” , ha affermato Lauer. “Guardando fuori dalle galas- sie, troviamo oscurità e nient’altro.” “Questo lavoro appena pubblicato è un importante contributo alla co- smologia fondamentale e in realtà qualcosa che potrebbe essere fatto solo con una sonda spaziale lontana come New Horizons” , ha affermato Alan Stern, del Southwest Research Institute di Boulder, Colorado, ricer- catore principale di New Horizons. “E dimostra che la nostra attuale missione estesa sta apportando im- portanti contributi scientifici ben oltre l’intento originale di questa missione planetaria, progettata per effettuare le prime esplorazioni spa- ziali ravvicinate di Plutone e degli oggetti della fascia di Kuiper.” Lanciata nel gennaio 2006, New Ho- rizons ha effettuato la storica rico- gnizione di Plutone e delle sue lune nel luglio 2015, prima di offrire al- l’umanità il suo primo sguardo rav- vicinato a un planetesimo della fa- scia di Kuiper, Arrokoth, nel gennaio 2019. New Horizons è ora alla sua seconda missione estesa, che include riprendere oggetti distanti della fa- scia di Kuiper, caratterizzare l’elio- sfera esterna del Sole e realizzare importanti osservazioni astrofisiche dal suo ineguagliabile punto di os- servazione, nelle regioni più lontane del sistema solare. R appresentazione artistica della sonda spaziale New Horizons della NASA sullo sfondo dello spazio profondo. A più di 7,3 miliardi di chilometri dalla Terra, New Horizons sta attraversando una regione del sistema solare sufficientemente lontana dal Sole da offrire i cieli più bui disponibili a qualsiasi telescopio esistente, e da fornire un punto di osservazione unico da cui misurare la luminosità comples- siva dell’universo distante. Il profilo della nostra galassia, la Via Lattea, è sullo sfondo. [NASA, APL, SwRI, Serge Brunier (ESO), Marc Postman (STScI), Dan Durda] per sommare tutta la luce generata dalle galassie nel corso della vita del- l’universo, prima che i telescopi spa- ziali Hubble e Webb potessero vede- re direttamente le deboli galassie di sfondo. Nell’era di questi telescopi, gli astronomi misurano il COB per ri- levare la luce che potrebbe prove- nire da fonti diverse dalle galassie note. Ma misurare l’emissione lumi- nosa totale dell’universo è estrema- mente difficile dalla Terra o da qual- siasi punto del sistema solare in- terno. “I ricercatori hanno provato più e più volte a misurarla diretta- mente, ma nella nostra parte del si- stema solare c’è semplicemente trop- pa luce solare e polvere interplane- taria riflessa che disperde i fotoni in una foschia che oscura la debole lu- ce in arrivo dall’universo distante” , ha affermato Tod Lauer, un co-inve- stigatore di New Horizons, astro- nomo della National Science Foun- dation NOIRLab di Tucson, Arizona, e coautore del nuovo articolo. “Tutti i tentativi di misurare l’intensità del COB dal sistema solare interno sof- frono di grandi incertezze.” Ma ecco New Horizons, nel suo viag- gio di miliardi di chilometri oltre i pianeti, nel profondo della fascia di Kuiper e diretto verso lo spazio in- terstellare. Verso la fine dell’estate scorsa, da una distanza 57 volte su- periore a quella fra Sole e Terra, New Horizons ha scansionato l’uni- verso con il suo Long Range Recon- naissance Imager (LORRI), racco- gliendo due dozzine di campi di ima- ging separati. Lo stesso LORRI era in- tenzionalmente schermato dal Sole dal corpo principale della navicella spaziale, impedendo persino alla lu- ce solare più fioca di entrare diretta- mente nella sensibile telecamera. I campi bersaglio erano posizionati lontano dal disco solare, dal nucleo della Via Lattea e dalle stelle lumi- nose vicine. Il team di New Horizons ha utilizzato altri dati, presi nel lon- tano infrarosso dalla missione Planck dell’Agenzia spaziale europea, di campi con un intervallo di densità di polvere per calibrare il livello di quelle emissioni nel lontano infra- rosso al livello della normale luce vi- sibile. Ciò ha permesso loro di preve- dere e correggere con precisione la presenza di luce della Via Lattea dif- fusa dalla polvere nelle immagini COB, una tecnica che non era dispo- nibile durante un’osservazione COB ASTROFILO l’ !
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