l'Astrofilo novembre-dicembre 2020

12 NOVEMBRE-DICEMBRE 2020 ASTROCHIMICA Consideriamo solo un aspetto della biologia terrestre: se il DNA di una forma di vita ve- nusiana, ammesso che abbia un tale archivio di informazioni, fosse identico a quello delle basi e degli accoppia- menti (“AT” e “GC”) della vita sulla Terra, sarebbe più facile ac- cettare che la vita sia apparsa prima su uno dei due pianeti e abbia poi finito per stabilire un punto d’appoggio sull’altro pianeta. Non dimentichiamo che il primordiale Venere, co- me il primordiale Mar- te, era più ospitale nei confronti dei processi chimici che hanno da- to inizio all’albero della vita che vediamo sulla Terra oggi; pertanto la Terra potrebbe essere diventata la beneficiaria imprevista di eoni di processi chimici extraterrestri fonda- mentalmente diversi. Se il materiale gene- tico venusiano fosse simile, ma non proprio come il DNA, potrebbe un piccolo numero di estremofili resilienti provenienti da Terra/Venere essere sopravvissuto al lungo e freddo viaggio su Venere/Terra e aver ini- ziato a incorporare frammenti molecolari simili, acquisendo un archivio stabile di in- formazioni chimiche (come il DNA), ora al centro della vita biologica? Se la genetica venusiana era fondamental- mente diversa da quella terrestre e non c’era modo per cui i processi chimici stocastici avrebbero potuto convertire una forma in un’altra dopo qualche antico evento pan- spermico, allora il caso di un corso evolutivo completamente separato diventa la teoria accettabile, fino a quando gli studi futuri non ASTROFILO l’ L a visione di un artista del vul- canismo e dell’at- mosfera nebbiosa sulla superficie rocciosa venu- siana. [ESA/AOES] A sinistra, lo “scorpione” ap- parso nelle foto- grafie prese dal lander di Venera 13, circa 90 minuti dopo l’atterrag- gio, e notato da Leonid Ksanfo- maliti. In realtà, era un artefatto introdotto dal- l’elaborazione delle immagini. [Roscosmos]

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