l'Astrofilo novembre-dicembre 2018

35 NOVEMBRE-DICEMBRE 2018 CRONACHE SPAZIALI “È la prima volta che si riesce a i- dentificare una struttura così gran- de a un redshift cosi elevato, a po- co più di 2 miliardi di anni dopo il Big Bang” , spiega la prima autrice dell’articolo che riporta la scoper- ta, Olga Cucciati. “Di solito queste strutture sono note a redshift più bassi, cioè quando l’universo ha a- vuto un tempo sufficiente per evol- versi e costruire oggetti così grandi. È stata una vera sorpresa trovare qualcosa che si è evoluto così tan- to quando l’universo era relativa- mente giovane!” Hyperion, situato nel campo CO- SMOS, nella costellazione del Se- stante, è stato identificato analiz- zando la vasta raccolta di dati otte- nuti dalla survey VIMOS Ultra-deep condotta da Olivier Le Fèvre (Aix- Marseille Université, CNRS, CNES). La survey fornisce una mappa tridi- mensionale senza precedenti della distribuzione di oltre 10000 galas- sie nell’universo distante. L’equipe ha scoperto che Hyperion ha una struttura molto complessa: contiene almeno 7 regioni di alta densità collegate da filamenti di ga- lassie, mentre le sue dimensioni so- no paragonabili ai superammassi locali vicini, sebbene la struttura sia molto diversa. ”I superammassi più vicini alla Terra tendono ad avere una distribuzione della massa mol- to più concentrata con strutture evidenti” , spiega Brian Lemaux, astronomo all’Università della Cali- fornia, Davis e LAM, e co-leader del gruppo che ha effettuato lo studio. “Ma in Hyperion la massa è distri- buita molto più uniformemente, con una serie di bolle collegate, po- polate da associazioni rilassate di galassie.” Il contrasto è molto probabilmente dovuto al fatto che i superammassi locali hanno avuto miliardi di anni per permettere alla forza di gravità di raccogliere la materia in regioni più dense, un processo che ha agito per un tempo molto inferiore nel giovanissimo Hyperion. Grazie alla grande dimensione in un periodo molto iniziale della sto- ria dell’universo, ci si aspetta che Hyperion evolva in qualcosa di si- mile alle immense strutture del- l’universo locale, come i supermassi che costituiscono lo Sloan Great Wall, opppure il superammasso della Vergine che contiene anche la nostra galassia, la Via Lattea. “Com- prendere Hyperion e come si con- fronta con simili strutture recenti può darci informazioni sullo svi- luppo dell’universo nel passato e su come continuerà l’evoluzione nel futuro, e può permetterci di stu- diare alcuni modelli di formazione dei superammassi” , conclude Cuc- ciati. “Portare alla luce questo ti- tano cosmico serve a capire meglio la storia della formazione delle strutture a larga scala.” ASTROFILO l’ !

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