l'Astrofilo novembre-dicembre 2017

37 NOVEMBRE-DICEMBRE 2017 CRONACHE SPAZIALI ga distrutta. Ci sono molti meccanismi che potrebbero spiegare questa distruzione: il guscio interno è sostanzial- mente un’onda d’urto in e- spansione, perciò potrebbe cozzare contro i grani di pol- vere e distruggerli, oppure produrre una quantità di calore sufficiente a farli evaporare. Produrre mappe dettagliate della polvere e del gas all’interno delle nebulose planetarie è di aiuto per capire il loro ruolo nella varie fasi della vita e della morte delle stelle di piccola massa. Aiuterà gli astro- nomi anche a capire come le nebu- lose planetarie prendono le loro forme strane e complesse. Le capacità di MUSE non si ferma- no alle nebulose planetarie. Questo strumento sensibile può studiare la formazione di stelle e galassie nel- l’Universo primordiale, o anche map- pare la distribuzione di materia o- scura negli ammassi di galassie nel- l’Universo locale. Q uesto schema mostra come lo strumento MUSE, installato sul VLT (Very Large Telescope) dell’ESO, produce una descrizione tridimensionale della Nebulosa Saturno. Per ogni punto di questa magnifica nebulosa, la luce è stata divisa nei suoi colori componenti, rivelando in det- taglio le proprietà chimiche e fisiche di ogni pixel. Durante l’analisi successiva, l’astronomo può spostarsi lungo i dati e studiare diverse vedute dell’oggetto a diverse lunghezze d’onda, un po’ come sintonizzare un televisore su un canale diverso modificando la frequenza. [ESO/J. Walsh] dannata, visibile in questa imma- gine, che è nella fase di diventare una nana bianca. Al fine di meglio comprendere come le nebulose pla- netarie sono modellate in simili strane forme, un team internazio- nale di astronomi guidato da Jeremy Walsh, dell’ESO, ha usato il Multi Unit Spectroscopic Explorer (MUSE) per penetrare i veli polverosi della Nebulosa Saturno. MUSE è uno stru- mento installato su uno dei quattro Unit Telescopes del Very Large Tele- scope, all’Osservatorio del Paranal, in Cile. È così potente perché non solo crea un’immagine, ma raccoglie anche informazioni sullo spettro (o intervallo di colori) della luce prove- niente dall’oggetto in ogni punto dell’immagine. Il team ha usato MU- SE per produrre le prime mappe ottiche dettagliate del gas e della polvere distribuiti attraverso una nebulosa planetaria. L’immagine risultante della Nebulosa Saturno rivela molte strutture intricate, in- cluso un guscio ellittico interno, un guscio esterno e un alone. Essa mo- stra anche due flussi già fotografa- ti in precedenza, che si estendono da entrambe le estremità dell’asse maggiore della nebulosa, per termi- nare in brillanti anse. Curiosamente, il team ha anche scoperto una strut- tura simile a un’onda nella polvere, che non è ancora stata pienamente compresa. La polvere è distribuita in tutta la nebulosa, ma se ne vede un calo significativo al bordo del gu- scio interno, dove sembra che ven- ASTROFILO l’ !

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