l'Astrofilo novembre-dicembre 2017
11 NOVEMBRE-DICEMBRE 2017 SISTEMA SOLARE ASTROFILO l’ eccentricità, vincolate da una risonanza 3:2, con Giove a 5,4 UA dal Sole. Nella regione in- terna di formazione planeta- ria sono state incluse da 2 a 2,5 masse terrestri, distribuite fra 0,7 e 1 UA, o 0,7 e 1,5 UA (ogni simulazione aveva con- figurazioni iniziali diverse). Quelle masse erano suddivise fra 50 e 100 embrioni plane- tari, in aggiunta a uno sciame di 2000-5000 planetesimi di 100 km di diametro. Gli em- brioni planetari costituivano dal 75% al 90% della massa totale. L’agitazione gravita- zionale dovuta all’accresci- mento dei corpi rocciosi vir- tuali ha gradualmente spar- pagliato l’anello verso l’ester- no, e in questo scenario Mar- te sarebbe un grosso em- brione espulso dall’anello stesso (a seguito di interazioni gravitazio- nali con suoi simili) e quindi privato della possibilità di accrescere ulteriore massa. Le simulazioni di Raymond e Izidoro hanno alla fine prodotto pianeti di tipo terrestre ampiamente somiglianti a quelli reali del no- A destra, distri- buzione se- miasse maggiore- eccentricità degli asteroidi di tipo S impiantati dalla regione dei pia- neti terrestri. So- no inclusi tutti i planetesimi usciti da tutte le simula- zioni e quelli im- piantati sono so- lidi. La regione ombreggiata rap- presenta la fascia principale degli asteroidi, definita qui come avente distanza perielica q > 1,8 UA, eccen- tricità e < 0,3, e in- clinazione i < 25°. [S.N. Raymond, and A. Izidoro] Sotto, Sean N. Raymond, primo autore del nuovo studio. stro sistema solare, e anche le eccentricità e le inclinazioni delle loro orbite sono consi- stenti con quelle reali. È senza dubbio un buon punto di partenza per verificare che cosa può essere successo ai planetesimi dell’anello rimasti ancora in circolazione al termine della formazione dei pianeti. I ricercatori hanno os- servato che le loro masse vir- tuali sono state disseminate su orbite che incrociano la re- gione oggi occupata dalla fa- scia principale degli asteroidi (ma inizialmente vuota nelle simulazioni). Semplici transiti di planetesimi in quella re- gione non avrebbero però impedito alla gravità del Sole di richiamare indietro quei corpi, facendoli prima o poi sbattere sui giovani pianeti rocciosi. Ma le simulazioni in- dicano che se la fascia fosse stata ripetutamente attraver- sata anche da un embrione planetario, questo avrebbe potuto alzare il perielio delle orbite dei planetesimi in tran-
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy MjYyMDU=