l'Astrofilo novembre-dicembre 2015
Riciclaggio cosmico by ESO P rofondamente immerso in que- sto enorme vivaio stellare ci sono tre ammassi di giovani e caldis- sime stelle (vecchie di pochi milioni di anni), che brillano di luce ultravioletta. È la luce proveniente da queste stelle che fa rispendere le masse di gas della nebulosa. La radiazione strappa elet- troni dagli atomi (un processo noto come ionizzazione) e quando si ricom- binano rilasciano energia in forma di luce visibile. Ogni elemento chimico e- mette luce in caratteristici colori e le grandi nubi di idrogeno di questa ne- bulosa sono la causa del suo intenso bagliore rosso. Gum56 (conosciuta an- che come IC 4628 e col nomignolo di Nebulosa Gambero) è stata così chia- mata dal nome dell'astronomo austra- liano Colin Stanley Gum, che nel 1955 pubblicò un catalogo di regioni HII. Le regioni HII come Gum 56 sono enormi nubi a bassa densità, conte- nenti un grande quantitativo di idro- geno ionizzato. Un'ampia parte della ionizzazione in Gum56 è dovuta a due stelle di tipo O, quindi due stelle blu- bianche caldissime, note anche come giganti blu a causa del loro colore (da notare che queste stelle cadono fuori dal campo di vista dell’immagine e quindi non vi appaiono). Questo tipo di stelle è raro nell'universo, poiché la grandissima massa delle giganti blu comporta che esse non vivano a lungo. Dopo solo circa un milione di anni col- lassano su sé stesse e terminano la loro esistenza come supernovae, così come accadrà a molte delle stelle massicce dentro la nebulosa. Oltre alle nume- rose stelle neonate immerse nella ne- bulosa, quest'ampia regione è anche piena di polveri e gas sufficienti a pro- durre un'ulteriore nuova generazione di stelle. Le zone della nebulosa che stanno dando vita a nuove stelle sono visibili nell'immagine come dense nubi. Il materiale che forma le nuove stelle include i resti delle stelle più massicce appartenenti a una più vecchia generazione, che hanno già concluso la lo- ro esistenza e che hanno eiettato il loro materiale in violente esplosioni di supernova. Prosegue così il ciclo della vita e della morte delle stelle. Viste le due insolite gi- ganti blu nell'area e l'im- ponenza della nebulosa a lunghezze d'onda in- frarosse e radio, è forse sorprendente che questa regione sia stata relati- vamente poco studiata finora dagli astronomi professionisti. Gum56 ha un diametro di circa 250 anni luce, ma nonostante la sua enorme dimensione è stata spesso trascurata da- gli osservatori visuali a causa della sua debolezza e perché la maggior parte della luce che emette copre lunghezze d'onda non visibili all'occhio umano. La nebulosa si trova a una di- stanza di circa 6000 anni luce dalla Terra. In cielo può essere trovata nella costellazione dello Scorpione, dove ha una dimensione proiettata che è pari a quattro volte la dimen- sione della Luna piena. Questa immagine, che cat- tura solo una parte della ne- bulosa, è stata presa con il telescopio MPG/ESO di 2,2 metri, usando la camera Wide Field Imager (WFI) ed è parte del programma Co- smic Gems dell'ESO. Questo programma fa uso di tempo-telescopio che non può essere utilizzato per os- servazioni scientifiche, al fine di produrre immagini di oggetti interessanti, intri- ganti o visivamente attra- enti. Tutti i dati raccolti po- trebbero comunque essere utili per scopi scientifici e sono a disposizione degli astronomi attraverso l'archi- vio scientifico dell'ESO. I l prezioso ricamo di nubi di gas di questa nuova immagine fa parte dell'enorme vivaio stellare noto come Nebulosa Gambero. Presa con il telescopio di 2,2 metri dell'MPG/ESO del- l'Osservatorio di La Silla, in Cile, l'immagine è probabilmente una delle più belle mai otte- nute di quest'oggetto. Essa mostra grumi di caldissime stelle appena nate, annidate tra le nubi che compongono la nebulosa. [ESO] Q uesta sequenza video inizia con una veduta della ricca parte centrale della Via Lattea e poi si chiude su una spettacolare regione di for- mazione stellare chiamata Nebulosa Gambero (nota anche come Gum 56 e IC 4628), nella costel- lazione dello Scorpione. Il primo piano finale è una dettagliata immagine ottenuta con il telesco- pio MPG/ESO di 2,2 metri, dell'Osservatorio di La Silla, in Cile. [ESO/Nick Risinger (skysurvey.org)] n ASTROFILO l’
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