l'Astrofilo settembre-ottobre 2014

GALASSIE ASTROFILO l’ sie ellittiche. Una delle prime cose da capire sarà la provenienza del gas (essenzialmente idrogeno) che ha formato i superammassi in questione: potrebbe essere originario delle due galassie ellittiche, ma potrebbe anche provenire direttamente dal caldissimo alo- ne di plasma (circa 10 milioni di kelvin) che permea le regioni intergalattiche di SDSS J1531+3414. Nel primo caso, l'innesco della formazione stellare sarebbe conseguenza di una forte compressione dei gas e quindi di un aumento di densità oltre un valore critico; nel secondo caso, un flusso di gas relativa- mente freddo avrebbe favorito la nascita di nuclei di accrescimento. Il risultato sostan- zialmente non cambia, ma le condizioni di partenza e quindi le proprietà del gas su di- versa scala e la sua dinamica sono evidente- mente diverse e rivelatrici ai fini della com- prensione dell'evoluzione di SDSS J1531 +3414. Particolarmente interessante sarebbe una provenienza del gas da regioni interne o immediatamente periferiche alle due ellit- tiche, perché crescerebbe ulteriormente la rarità dello scenario, essendo un'esigua mi- noranze le galassie di quel tipo che in un grande ammasso riescono a conservare idro- geno libero sufficiente a generare nuove stelle. Qualunque sia l’origine del flusso gas- soso, i processi fisici che danno il via alla for- mazione dei superammassi (così come delle singole stelle) sono ben noti e sono legati alla cosiddetta “instabilità di Jeans”, che in- terviene quando la pressione interna di una nube di gas interstellare non è sufficiente a bilanciare il collasso gravitazionale di una sua parte o, come nel caso specifico, di una moltitudine di sue parti. Ogni parte collas- L e immagini qui sotto eviden- ziano alcune ca- ratteristiche della regione centrale di SDSS J1531 +3414. In A è evi- denziata la com- ponente stellare più vecchia (aran- cio) e i contorni dell’emissione ul- travioletta attri- buibile ai giovani superammassi (verde). In B i su- perammassi in banda visibile. In C una dettagliata ripresa nel vicino ultravioletto. In D un’immagine par- ticolarmente con- trastata, con la numerazione adottata per di- stinguere i 19 superammassi. [G. Tremblay, M. Gladders, S. Baum et al.] A B C D

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