l'Astrofilo settembre-ottobre 2014

24 ESOPIANETI ASTROFILO l’ vati gli effetti gravitazionali prodotti dalla sua massa sul moto della stella che lo ospita. In parole semplici, il pianeta attira la stella verso di sé, anche se di pochissimo, e se quello spostamento avviene lungo la linea di vista crea un'oscillazione in quel- la che è la naturale velocità radiale della stella (ricordiamo che la velocità radiale è massima se la stella si muove esattamente verso l'osservatore o nella direzione oppo- sta, mentre è pari a zero se si muove su una traiettoria inclinata di 90° rispetto alla linea di vista). Per capire se una stella si avvicina o si allon- tana dall'osservatore, si scompone la sua luce nei vari colori, ottenendo il cosiddet- to “spettro”. Lo spettro delle stelle è tipica- mente caratterizzato dalla presenza di sot- tili righe scure e chiare, che a seconda delle loro posizioni (lunghezze d'onda) sono in- dicative della presenza nell'atmosfera stel- lare (dalla fotosfera alla corona) di deter- minati elementi chimici. Quelle posizioni variano rispetto alle posizioni standard di laboratorio se le stelle si avvicinano o si al- lontanano dall'osservatore. I migliori spet- trografi oggi esistenti sono in grado di mi- surare spostamenti delle righe spettrali così piccoli che le corrispondenti velocità sono dell'ordine di 1 m/s. È intuibile che qualun- que fenomenologia si manifesti alla “super- ficie” di una stella è in grado di disturbare misurazioni anche molto meno accurate; pensiamo ad esempio a una stella caratte- rizzata da modestissime pulsazioni a livello globale, fanno presto a produrre un se- gnale di tipo planetario. Ma anche in as- senza di pulsazioni ci sono situazioni equi- voche, come in presenza di grandi gruppi di macchie, infatti gli intensi campi magnetici che li caratterizzano sottraggono energia alle celle convettive sopra le quali si mani- festano e questa perdita di energia si tra- duce sia in una minore luminosità di quelle specifiche regioni, sia in una minore velo- cità di risalita del plasma (idrogeno e altri atomi ionizzati) dagli strati più profondi. Ciò ha due effetti rilevanti, uno fotome- trico, perché la presenza di un gruppo di macchie abbassa (quasi impercettibilmente) S e i segnali che hanno mimato la presenza dei tre pianeti inesi- stenti di GJ 581 fossero stati ge- nerati da una grande macchia come quella qui rappresentata, i ricercatori avreb- bero registrato una variazione fotometrica della nana rossa. Non essendo ciò avve- nuto, è molto probabile che su quel tipo di stelle l’attività magne- tica superficiale produca feno- meni ad oggi an- cora sconosciuti. [D. Aguilar (CfA)]

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