l'Astrofilo giugno 2013

ASTROFOTOGRAFIA ASTROFILO l’ che dalla magni- tudine visuale 7,4 misurata dal RAP- TOR si è passati nel giro di ap- pena un minuto alla 10 a e pochi minuti più tardi alla 11 a , fino alla 13 a misurata da Wiggins a circa un quarto d'ora dall'inizio dell'e- vento e così via a scendere di luminosità. Il motivo per cui i GRB finora osservati sono apparsi pressoché tutti nell'universo lon- tano, inclusi quelli meno remoti (anche il GRB 130427A non è esattamente dietro l'an- golo), è riconducibile in prima approssima- zione al fatto che le epoche dalle quali quei lampi giungono sono interessate da ondate molto intense di formazione stellare, inne- scate da fusioni fra galassie. Più stelle ven- gono prodotte, più è alto il numero di quelle di grande massa, che vivono poche decine o centinaia di milioni di anni prima di esplodere come supernovae. È durante il collasso gravitazionale che dal nucleo di quelle stelle morenti si irradiano due pode- rosissimi getti antipodali di materia che si muovono a velocità prossime a quelle della luce. Dopo aver perforato gli strati stellari in caduta verso il nucleo, i getti schizzano nello spazio investendo i gusci di materia precedentemente espulsi nel corso delle tu- multuose fasi terminali pre-collasso. L'im- patto che ne deriva genera le più potenti esplosioni dell'universo, con conseguente abbondante produzione di raggi gamma. Più il fascio di raggi gamma è collimato ed energetico, più intenso appare all'osserva- tore e più vistoso sarà l'afterglow. Il GRB 130427A appartiene alla categoria dei cosiddetti GRB lunghi, il cui picco di lu- minosità dura più di 2 secondi e la cui ori- gine è correlata, come dicevamo, all'esplo- sione di una supernova (di tipo II). Ma se è così, non dovremmo vederne una nella po- sizione in cui è stato osservato l'evento del 27 aprile scorso? La risposta è affermativa e in questi casi i ricercatori si aspettano infatti di veder emergere la luce della supernova da giorni a diverse settimane dopo il lampo gamma. Quando scri- viamo (circa un mese dopo l'evento) la su- pernova si sta facen- do ancora attendere. Qualora non dovesse mai palesarsi, po- trebbe voler dire che il collasso del proge- nitore ha dato ori- gine a un buco nero talmente massiccio che nemmeno la luce dell'esplosione è riu- scita a sfuggirgli. Per avere una rispo- sta definitiva al ri- guardo non resta che attendere... U na delle pri- me immagini ottenute da Pa- trick Wiggins, messa a confron- to con l’omologa immagine tratta dalla Palomar Ob- servatory Sky Survey. Il GRB è indicato dalla freccia. Sotto a si- nistra vediamo invece la curva di luce del lampo gamma (le cro- cette rosse corri- spondono alle effettive misura- zioni) e la sua evoluzione nelle 3 ore e mezza successive all’is- tante del primo avvistamento da parte dell’astro- filo. Le riprese non hanno risen- tito molto della presenza della Luna piena in cielo. [P. Wiggins] n

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