l'Astrofilo giugno 2013

ASTROFOTOGRAFIA ASTROFILO l’ P atrick Wiggins, astrofilo di Tooele, nello Utah, si è fatto un bel regalo di compleanno: è stato il primo amatore a fotografare il potentissimo lampo gamma (o GRB, da gamma-ray burst) esploso alle 7:47 di tempo universale del 27 aprile scorso. Wiggins era impegnato in osserva- zioni di routine con il suo Celestron 14, quando ha deciso di fare uno spuntino not- turno; in quel mentre gli sono arrivati due “alert” (servizio al quale chiunque può ade- rire) che lo informavano del rilevamento di un GRB da parte del satellite Swift. Fin qui nulla di eccezionale, negli ultimi decenni sono stati avvistati migliaia di lampi gamma, molti dei quali negli ultimi anni, grazie allo stesso Swift e ad altri strumenti orbitanti specialisti di quelle energie, come ad esem- pio il Fermi Gamma-ray Space Telescope. Quando Wiggins si accorge degli alert pensa che sia ormai troppo tardi per sperare di riu- scire a fotografare la controparte del feno- meno in luce bianca, che talvolta quando si manifesta è alla portata di strumenti ama- toriali. Di solito si hanno 1-2 minuti di tem- po per puntare il telescopio e procedere alle riprese, ma in questo caso di minuti ne erano passati ben 10. Dal momento che il suo C14 era già puntato non lontano da quel punto della costellazione del Leone in C omparazione dell’aspetto del cielo nei raggi gamma, visto dal Large Area Tele- scope del satellite Fermi, prima e durante il paros- sismo del lampo gamma. Per cia- scuna delle due riprese l’esposi- zione è stata di 3 ore. [NASA/DOE/ Fermi LAT Colla- boration] I l GRB 130427A immortalato dall’X-Ray Tele- scope del satellite Swift, pochi secondi dopo l’avvistamento iniziale nella banda gamma. La dimensione dell’immagine è 6,5 minuti d’arco sulla diagonale. [NASA/Swift/Stefan Immler] cui il GRB era apparso, Wiggins ci prova ugualmente, sposta il telescopio sul target e con il suo CCD SBIG ST-10XME prende una serie di immagini di 60 secondi ciascuna e le elabora. Al centro del campo nota subito una stellina di 13 a magnitudine non ripor- tata sul suo atlante di riferimento, la Palo- mar Observatory Sky Survey. Wiggins pensa che l'oggetto sia troppo brillante per essere la traccia lasciata dal GRB e sospetta possa piuttosto trattarsi di un artefatto introdotto dalla strumentazione. Per verificare questa ipotesi sposta di poco il telescopio e ripete le esposizioni. La stellina c'è ancora e ciò spinge l'astrofilo a continuare le riprese fino all'alba, il che gli permette di costruire una curva di luce la cui forma risulta poi essere compatibile con quelle prese da strumenti professionali al suolo. Sebbene l'alert a Wig- gins fosse giunto dal circuito di Swift, ad av-

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