l'Astrofilo giugno 2013
L ’ acqua non è l’unico elemento la cui distri- buzione nell’atmosfera gioviana è stata diretta- mente collegata alla SL9. Vi sono infatti anche altre molecole chiara- mente correlabili agli im- patti del ‘94, come ad esempio quella dell’acido cianidrico, qui eviden- ziata ai bordi del disco del pianeta nella sua di- stribuzione verticale. Le massime concentrazioni (in rosso) sono anche in questo caso ascrivibili all’emisfero meridionale. [Mark Gurwell (CfA)] PLANETOLOGIA ASTROFILO l’ diano il calore del Sole, è attribuibile solo in parte a queste ultime, mentre la restante par- te è attribuibile all'ec- cesso di acqua, la cui distribuzione non coin- cide con quella delle polveri. Che alla base di quanto dimostrato con Herschel vi sia un sin- golo evento ben localizzabile nello spazio e nel tempo, piuttosto che un meccanismo per- manente, è dimostrato anche dal fatto che in quest'ultimo caso il trascorrere del tempo avrebbe uniformato la distribuzione nell'ac- qua nei due emisferi, e la stessa cosa sarebbe accaduta per altri elementi apportati dalla cometa e anch'essi risultati distribuiti diso- mogeneamente, come ad esempio l'acido cianidrico (HCN), osservato dal suolo nelle microonde e anch'esso presente in quantità anomale nell'emisfero sud del pianeta gi- gante. Si aggiunga che nel caso di un ap- porto costante nel tempo, gli elementi con- fluiti tendono sul lungo periodo a concen- trarsi ai poli o all'equatore, a seconda che siano in una forma ionizzata piuttosto che in una forma neutra, mentre tutti gli eccessi riscontrati si manifestano attorno alla lati- tudine interessata dagli impatti, 44° sud. I risultati della lunga ricerca condotta da Cavalié e colleghi, pubblicati su Astronomy & Astrophysics lo scorso 23 aprile, aprono la strada a future verifiche di quanto sco- perto, ci si aspetta infatti che il contenuto di acqua nella stratosfera gioviana diminui- sca gradualmente negli anni e che quella variazione possa essere monitorata con fu- turi strumenti dedicati all'infrarosso, anche caricati a bordo di sonde che saranno pro- tagoniste di importanti missioni interplane- tarie, come la Jupiter Icy moons Explorer (JUICE) dell'ESA, che visiterà Giove nei fu- turi anni '30. Purtroppo, il lavoro di monito- raggio non avrà più tra i protagonisti il telescopio spaziale Herschel, la cui missione è definitivamente terminata a fine aprile, causa il previsto esaurimento dei liquidi re- frigeranti che mantenevano i sensori da ri- presa a una temperatura di -271°C. Una spesa di 1100 milioni di euro per una missione di appena 4 anni è dura da dige- rire per i contribuenti, ma i risultati già con- seguiti e il lavoro che ancora resta da fare sui dati raccolti probabilmente giustificano quella cifra. O almeno lo speriamo! n
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