l'Astrofilo giugno 2013

PLANETOLOGIA ASTROFILO l’ due. Il primo e più vi- cino alla stella è Ke- pler-69b, una superTer- ra grande il doppio del nostro pianeta, che compie una rivoluzione in appena 13 giorni, il che tradisce la sua po- sizione estremamente ravvicinata all'astro e una temperatura su- perficiale proporzio- nalmente elevata. Più interessante è invece Kepler-69c, grande 1,7 volte la Terra e collo- cato su un'orbita che completa in 242 giorni, periodo paragonabile a quello di Venere. A differenza di quest'ul- timo potrebbe però essere più vivibile, poi- ché si trova sufficientemente dentro la zona abitabile della sua stella. A scoprire i pianeti di Kepler-69 è stato un team di ricercatori guidato da Tom Barclay (Bay Area Environmental Research Insti- tute), che ha sottolineato come l'individua- zione di un pianeta poco più grande del nostro attorno a una stella come la nostra sia una pietra miliare sulla strada che por- terà alla scoperta di altre Terre. Allo stato attuale delle cose non è dunque possibile stabilire se almeno uno dei tre candidati finora più simili alla Terra sia a- datto a ospitare forme di vita, anche molto elementari. Di sicuro siamo sempre più vi- cini a quel traguardo e non è da escludere che la prossima volta che torneremo su que- sti temi sarà per annunciare la scoperta della prima Terra extrasolare. potrebbe tentare almeno di risolvere il pro- blema della determinazione delle masse, at- traverso la misurazione degli effetti gra- vitazionali prodotti all'interno del sistema da ogni pianeta sugli altri, e ciò partendo dagli anticipi e dai ritardi dei singoli transiti rispetto ai tempi attesi. Questa via è già per- corribile con gli strumenti attuali, in primis lo stesso Kepler, ma per arrivare a risultati incontrovertibili sarà necessario qualche anno. Visto che la missione Kepler si pro- trarrà quasi certamente oltre la scadenza programmata del 2016, ci sono comunque buoni motivi per ritenere che l'ostacolo sarà superato (prima sarà però necessario risol- vere i problemi tecnici intervenuti recente- mente sul sistema di puntamento del tele- scopio). La stessa procedura dovrà essere se- guita per tutti i sosia del sistema Terra-Sole, a meno che non si riesca a determinare le masse planetarie per altre vie. Come dicevamo all'inizio, sono due i sistemi extrasolari nei quali sono stati scoperti gli ultimi candidati pianeti abitabili, e il se- condo è quello di Kepler-69, una stella molto simile al nostro Sole (93% del diame- tro, 80% della luminosità), posta a circa 2700 anni luce di distanza nella costella- zione del Cigno. I pianeti che ospita sono n I l piano focale di Kepler durante la messa a punto in laboratorio. È composto di 21 CCD di grande formato e di 4 CCD molto più piccoli (quelli sugli angoli) de- stinati alla guida fine del punta- mento. In basso vediamo uno dei moduli CCD pri- ma dell’assem- blaggio. [ASA/ Kepler mission]

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