l'Astrofilo giugno 2012
ASTROFILO l’ o dei GIUGNO 2012 PLANETOLOGIA C ontinuano a uscire sulle riviste specia- listiche articoli che mettono in risalto le numerose scoperte fatte dalla sonda Dawn a partire dal luglio 2011, quando è en- trata in orbita attorno all'asteroide Vesta. La missione si sta rivelando così fruttuosa che la NASA ha deciso di prolungarla di 40 giorni, posticipando quindi al 26 agosto la partenza alla volta di Ceres. Fra tutte le novità emerse dal lavoro di vari team di ricercatori impegnati nell'analisi di immagini e dati ve ne sono alcune molto in- teressanti che riguardano le maggiori forma- zioni da impatto presenti al polo sud del- l'asteroide. In quella zona la scena è domi- nata dal cratere Rheasilvia, la più grande struttura geologica di Vesta, così grande da far ipotizzare che l'evento che la originò fosse vicino al limite di distruzione dello stesso Vesta: il diametro del cratere è di 505 km, quello dell'asteroide di 530 km (in realtà quest’ultimo ha una forma irregolare, con assi di 578, 560 e 458 km). Di fatto, Rheasilvia con le sue raggiere di ejecta arriva a cingere quasi l'intero emisfero meridionale. L'impatto che lo originò ebbe ripercussioni non solo su Vesta ma anche su tutto il si- stema planetario interno; si ritiene infatti che in quell'occasione l'asteroide (la cui velocità di fuga è di appena 0,35 km/s) abbia perso una quantità non trascurabile di materia, circa l'1%, e che gran parte di essa sia andata a formare la cosiddetta "famiglia di Vesta", un foltissimo gruppo di asteroidi (circa il 6% del totale), alcuni con diametri di 7-8 km, con proprietà orbitali almeno in parte simili a quelle del loro progenitore. Tutti i frammenti che non hanno trovato un'orbita stabile sono finiti (o finiranno) prima o poi col cadere sui corpi maggiori, Terra inclusa. Questa circo- stanza è supportata dal fatto che il 6% delle meteoriti ritrovate sul nostro pianeta ha composizione chimica che già da anni si sapeva ricalcare quella di Vesta (dedotta per via spettroscopica). Le analisi in situ ef- fettuate dalla Dawn hanno definitivamente U no scorcio del cratere Marcia, di 58 km di diametro, ripreso dalla sonda Dawn lungo la sua orbita attorno a Vesta. È il più grande di un gruppo di crateri denominato “pupazzo di neve”. [NASA/JPL-Caltech/UCLA/MPS/DLR/IDA]
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