l'Astrofilo giugno 2012

37 ASTROFILO l’ GIUGNO 2012 COSMOLOGIA N on vi sono dubbi sul fatto che nel nu- cleo della maggior parte delle galassie alberghi un buco nero supermassiccio, ma il più delle volte non danno alcun segno della loro presenza, se non per gli effetti gravitazionali subiti dagli oggetti celesti più prossimi. Si possono però verificare situa- zioni che tradiscono la presenza del buco nero, rendendolo visibile, anche se indiret- tamente. (Per definizione un buco nero non emette alcun tipo di radiazione è quindi è invisibile, ma la sua stretta interazione con la materia ad esso esterna può generare ra- diazione, svelandone la posizione, il com- portamento e alcune caratteristiche fisiche.) Una delle situazioni che permettono ai ri- cercatori di individuare un buco nero super- massiccio è la caduta su di esso di una stella, fenomeno raro (in media un evento ogni 10-100mila anni per ogni galassia) ma pre- visto, del quale sono state finora raccolte non più di una dozzina di testimonianze in galassie lontane, sempre però con il feno- meno che volgeva al termine, circostanza E sistono stelle che orbitano in prossimità dei buchi neri supermassicci annidati nel centro delle galassie e talvolta le perturbazioni gravita- zionali cui vanno soggette finiscono col farcele ca- dere dentro. Recenti ricerche indicano che quelle stelle possono perdere i loro strati più esterni nel corso di un primo passaggio ravvicinato ed essere definitivamente distrutte nel corso del successivo. [University of Warwick / Mark A Garlick] che non ha mai permesso di riconoscere la tipologia della stella coinvolta, e solo in cer- ti casi di stimare la massa del buco nero at- traverso la dinamica dell’evento. Stante la rarità del fenomeno, l’unico modo di avere qualche chance di osservarlo fin dall’inizio è quello di monitorare centinaia di migliaia di galassie, e di farlo preferibil- mente nella banda ultravioletta, perché è soprattutto quel tipo di radiazione che viene prodotta dal caldissimo gas stellare in procinto di essere inghiottito. Partendo da questi presupposti, alcuni ricer- catori statunitensi e inglesi, coordinati da Suvi Gezari (Johns Hopkins University, Bal- timora, Maryland), hanno intrapreso nel 2009 una campagna osservativa di galassie lontane con il Galaxy Evolution Explorer (GALEX) della NASA e con il Panoramic Sur- vey Telescope and Rapid Response System (Pan-STARRS1) dell’Università delle Hawaii. Il 31 maggio 2010 la ricerca produce una scoperta importante: il nucleo di un’ano- nima galassia distante 2,7 miliardi di anni

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