l'Astrofilo giugno 2012

E cco come il telescopio spaziale Herschel ha visto il disco di Fomalhaut quando lo ha ripreso a 70 micron nel lontano infrarosso, dove, pur operando alla sua mas- sima risoluzione per quella lun- ghezza d’onda (5,7”), non è riu- scito a risolvere alcun dettaglio, dimostrando che la luce viene dif- fusa da grani molto più piccoli del previsto. La regione chiara sul- l’ansa meridionale indica che il disco è decentrato e una sua parte è più calda dell’altra. [ESA/Her- schel/PACS/DEBRIS consortium] CORPI MINORI ASTROFILO l’ stima che per rimpiazzare i grani soffiati via dalla stella debba essere trasformato in polvere ogni giorno l’equiva- lente di 2000 nuclei cometari di 1 km di diametro ciascuno. Questo numero già di per sé spaventoso è nulla in confronto a quello dei nuclei che devono essere presenti nel disco per render conto di quelle colli- sioni: da 100 miliardi a 10mila miliardi a seconda del diametro medio considerato! Nel bagliore diffuso del disco di Fomalhaut si nascondono dun- que un’infinità di comete e ciò lo rende assimilabile a due strutture appartenenti al nostro sistema so- lare, la Kuiper Belt, che raccoglie oggetti transnettuniani di taglia subplanetaria e co- metaria, e la Nube di Oort, altro serbatoio di comete, assai più vasto e lontano del primo. Mentre non conosciamo con certezza la massa delle nostre due strutture (difficile sti- marla standoci dentro), conosciamo con suf- ficiente precisione quella del disco di Fomalhaut, che è sicuramente superiore: 110 masse terrestri o, se si preferisce, 1/3 di Giove, una massa quindi molto rilevante. Oltre a svelare la sorprendente dinamica di quel disco, Herschel ha anche evidenziato una struttura anulare più densa, con delle proprietà molto interessanti, posta a circa 130 unità astronomiche da Fomalhaut. Il centro della struttura risulta spostato ri- spetto alla stella, tanto che una parte del- l’anello è molto più calda rispetto a quella opposta: -170°C contro -230°C°. Le diverse temperature, l’eccentricità dell’anello e il confinamento delle polveri che gli danno forma, sono tutti indizi dell’esistenza di un pianeta, che Acke ritiene di aver localizzato nell’immagine a più alta risoluzione, quella presa alla lunghezza d’onda di 70 micron. In quella stessa immagine appare evidente la differenza fra anse più fredda e più calda dell’anello, con quest’ultima decisamente più brillante. Grazie alle ricerche condotte sulla struttura che circonda Fomalhaut e su altre formazioni simili, che sappiamo circon- dare almeno il 15% delle stelle paragonabili al Sole, saremo sempre più in grado di capire con esattezza come è evoluto il nostro si- stema planetario nei primi milioni di anni della sua esistenza. n

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