l'Astrofilo giugno 2012

PLANETOLOGIA ASTROFILO l’ zione inedita dal nostro punto di osservazione. Il 9, 17 e 26 settembre, le tem- peste magnetiche generate dalle CME investono e oltre- passano la nostra magneto- sfera, innescando intense aurore. Le previsioni indica- vano che avrebbero rag- giunto Giove il 26 settem- bre, il 2 e il 10 ottobre, con un’incertezza di ± 12 ore, ap- puntamenti rispettati e veri- ficati nella banda radio. Superato Giove, l’incertezza sui tempi di arrivo dalle parti di Urano aumentava, perché i fronti di pressione, a causa delle diverse velocità, erano destinati a fondersi e a propagarsi come un’unica onda. Le previsioni consiglia- vano almeno tre settimane di osservazioni, centrate sulla metà di novembre e interval- late una dall’altra di un terzo del periodo di rotazione di Urano (ogni 6 ore scarse) e quindi a copertura di tutte le longitudini. Prudentemente, Lamy e colleghi hanno de- ciso di iniziare le osservazioni con un mese di anticipo e di farlo con lo strumento più adatto per quel tipo di ricerche, l’Hubble Space Telescope. Essendo la banda ultravio- letta la più promettente per l’osservazione delle aurore su Urano, quella dell’HST è stata una scelta pressoché obbligata, dal momento che i suoi strumenti STIS (Space Telescope Imaging Spectrograph Instrument Handbook) e ACS (Advanced Camera for Surveys) sono molto performanti nell’ultra- violetto, fra 115 e 175 nm. Sarebbe però stata necessaria anche una discreta dose di fortuna, perché lo stesso tipo approccio con la medesima strumentazione era già stato tentato prima nel 1998 (G. Ballester et. al) e poi nel 2005 (J. Clarke et. Al) senza otte- nere risultati utili. Al contrario, la campagna osservativa intrapresa dal team di Lamy ha dato pun- tualmente i suoi frutti il 16 e E cco le tre eie- zioni di massa coronale (riprese dalla sonda STE- REO A) che sono state utilizzate per osservare la comparsa di au- rore su Urano. I flussi di particelle rilasciati dal Sole hanno impiegato un paio di mesi per raggiungere il penultimo pianeta del nostro sistema solare. [NASA] S chema della configurazione planetaria verificatasi nel- l’autunno del 2011, grazie alla quale è stato possibile preve- dere i tempi di arrivo delle tempeste solari prima su Giove e poi su Urano. Il fronte d’urto, qui rappresentato con archi, era ampio circa 50°. Sono indicate anche le posi- zioni delle due sonde STEREO. [NASA, and L. Lamy (Obser- vatory of Paris, CNRS, CNES)]

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