l'Astrofilo settembre-ottobre 2024

8 SETTEMBRE-OTTOBRE 2024 ASTRO PUBLISHING ASTROFILO l’ I n queste illustrazioni vediamo due possibili scenari per l’anomalo comportamento fotome- trico di KIC 8462852, una stella di sequenza prin- cipale (classe F) situata nella costellazione del Cigno a circa 1500 anni luce dalla Terra. Per un breve periodo questo og- getto è stato un candi- dato a sfera di Dyson, ma è molto più verosimile che la stella sia stata par- zialmente oscurata da uno sciame di comete o da un disco di detriti con densità irregolare. [NASA, JPL-Caltech] abbondante per la classe spettrale di appartenenza, oppure stelle dall’in- solito comportamento fotometrico, qualora le ipotetiche megastrutture non fossero gusci completi. Qualcosa del genere era giunto agli onori del- le cronache nel 2015, quando una delle stelle monitorate dal telesco- pio spaziale Kepler, KIC 8462852 (più nota come Tabby’s Star), aveva palesato fluttuazioni di luminosità compatibili con una grande massa orbitante attorno ad essa. Accurate osservazioni di follow-up hanno poi escluso un eccesso di radiazione in- frarossa, facendo propendere gli astronomi per una causa naturale del fenomeno, come un disco cir- cumstellare disomogeneo di detriti rocciosi e ghiaccio, oppure, in alter- nativa, variazioni intrinseche della fotosfera stellare. Il venir meno della più promettente candidata sfera di Dyson non ha ov- viamente demotivato i più assidui cacciatori di quelle ipotetiche opere ingegneristiche. Negli ultimi anni non sono infatti mancati i contributi di esperti team di ricerca, come il Project Hephaistos (nome ispirato al dio greco del fuoco, delle fucine, dell’ingegneria, della scultura e della metallurgia), che fa base al- l’Università di Uppsala, in Svezia, e ha collaboratori in USA, UK e India. Sul Monthly Notices of the Royal Astronomical Society dello scorso giugno è stato pubblicato il più recente contributo del Project Hephaistos, inti- tolato “Dyson sphere candidates from Gaia DR3, 2MASS, and WISE”. Autore principale, Ma- tías Suazo (Department of Physics and Astrono- my, Uppsala University). Il team ha utilizzato gli imponenti database di quelle tre survey, alla ri- cerca di oggetti astrofi- sici con proprietà spet- trali, fotometriche e di- namiche compatibili con la presenza di mega-

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