l'Astrofilo settembre-ottobre 2023

19 SETTEMBRE-OTTOBRE 2023 ASTRO PUBLISHING del nostro intero sistema solare. La scoperta ha quindi motivato gli astro- nomi ad analizzare le osservazioni d’archivio dello stesso sistema realiz- zate con ALMA, di cui l’ESO è partner. Le osservazioni del VLT indagano la superficie del materiale polveroso in- torno alla stella, mentre ALMA può scrutare più in profondità nella strut- tura. “Con ALMA, è diventato eviden- te che i bracci a spirale stanno suben- do una frammentazione, con conse- guente formazione di grumi di mate- ria con masse simili a quelle dei pia- neti” , afferma Zurlo. Gli astronomi ritengono che i pianeti giganti si formino per “accrescimento del nucleo”, quando i granelli di pol- vere si uniscono, o per “instabilità gravitazionale”, quando grandi frammenti di materiale intorno a una stella si contraggono e collassano. Mentre i ricercatori avevano già tro- vato varie evidenze per confermare il primo di questi scenari, il supporto per il secondo rimaneva scarso. “Nessuno aveva mai prodotto una vera osservazione dell’instabilità gra- vitazionale su scala planetaria, fino a oggi” , afferma Philipp Weber, ricer- catore dell’Università di Santiago, in Cile, che ha guidato lo studio pubbli- cato su The Astrophysical Journal Let- ters . “Il nostro gruppo cerca da olte dieci anni tracce di come si formano i pianeti e non potremmo essere più entusiasti di questa incredibile sco- perta” , afferma Sebastián Pérez del- l’Università di Santiago, in Cile, mem- bro del gruppo di lavoro. Gli strumenti dell’ESO aiuteranno gli astronomi a svelare maggiori detta- gli di questo affascinante sistema planetario in costruzione, e in tutto ciò l’ELT (Extremely Large Telescope) dell’ESO giocherà un ruolo chiave. Attualmente in costruzione nel de- serto cileno di Atacama, l’ELT potrà osservare il sistema nel modo più dettagliato di sempre e raccogliere informazioni cruciali. “L’ELT consen- tirà l’esplorazione della complessità chimica che circonda i grumi, aiutan- doci a capire meglio la composizione del materiale da cui si stanno for- mando i potenziali pianeti” , con- clude Weber. ASTROFILO l’ A sinistra, in toni di giallo si vede l’immagine della giovane stella V960 Mon e del materiale polveroso circostante, ripresa con lo strumento SPHERE (Spectro-Polarimetric High-contrast Exoplanet REsearch) installato sul VLT (Very Large Tele- scope) dell’ESO. La luce che viene riflessa dal materiale polveroso in orbita intorno alla stella diventa polarizzata, ovvero oscilla in una direzione ben definita piuttosto che in modo casuale, e viene quindi rilevata da SPHERE, svelando così gli affa- scinanti bracci a spirale. Queste scoperte hanno spinto gli astronomi ad analizzare le osservazioni d’archivio del sistema, ef- fettuate utilizzando ALMA (Atacama Large Millimeter/submillimeter Array), di cui l’ESO è partner. I risultati di questa analisi sono mostrati in toni di blu, a destra. Le lunghezze d’onda della luce a cui ALMA è sensibile permettono di osservare più in profondità nel materiale orbitante, rivelando che i bracci a spirale si stanno frammentando e formano grumi di materia di massa simile a quelle dei pianeti. Questi grumi potrebbero contrarsi e collassare per formare pianeti giganti grazie a un pro- cesso noto come “instabilità gravitazionale”. [ESO/ALMA (ESO/NAOJ/NRAO)/Weber et al.] !

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