l'Astrofilo settembre-ottobre 2022

51 SETTEMBRE-OTTOBRE 2022 ASTRO PUBLISHING I buchi neri di massa stellare si for- mano quando le stelle massicce ter- minano la propria vita e collassano a causa della propria gravità. In un sistema binario, un sistema di due stelle che ruotano l’una attorno all’altra, questo processo lascia un buco nero in orbita con una stella compagna luminosa. Il buco nero è ‘dormiente’ se non emette alti livelli di raggi X, che è il modo in cui tali buchi neri vengono in genere rile- vati. “È incredibile che non cono- sciamo quasi nessun buco nero dor- miente, visto quanto comuni gli a- stronomi li credono” , spiega il coau- tore Pablo Marchant di KU Leuven. Il buco nero appena scoperto ha una massa di almeno nove volte la massa del Sole e orbita intorno a una stella blu molto calda che pesa 25 volte la massa del Sole. I buchi neri dormienti sono partico- larmente difficili da individuare poi- ché non interagiscono molto con l’ambiente circostante. “Da più di due anni stiamo cercando questi si- stemi binari di buchi neri” , spiega la coautrice Julia Bodensteiner, ricerca- trice presso l’ESO in Germania. “Ero molto emozionata quando ho sen- tito parlare di VFTS 243, che secon- do me è il candidato più convin- cente segnalato fino a oggi.” Per trovare VFTS 243, la collabora- zione ha studiato quasi 1000 stelle massicce nella regione della Nebu- losa Tarantola della Grande Nube di Magellano, cercando quelle che po- trebbero avere un buco nero come compagna. Identificare queste com- pagne come buchi neri è molto dif- ficile, poiché esistono molte spie- gazoni alternative. “Come ricercatore che ha smasche- rato potenziali buchi neri negli ul- timi anni, ero veramente scettico a proposito di questa scoperta” , ag- giunge Shenar. Lo scetticismo era condiviso dal coautore Kareem El- Badry del Center for Astrophysics | Harvard & Smithsonian, negli Stati Uniti, che Shenar chiama il “distrut- tore di buchi neri”. “Quando Tomer mi ha chiesto di ricontrollare le sue scoperte, ho avuto i miei dubbi. Ma non sono riuscito a trovare una spiegazione plausibile per i dati che non coinvolgessero un buco nero”, spiega El-Badry. La scoperta consente inoltre al- l’equipe uno sguardo singolare sui processi che accompagnano la for- mazione dei buchi neri. Gli astro- nomi ritengono che un buco nero di massa stellare si formi quando il nu- cleo di una massiccia stella morente collassa, ma non è ancora chiaro se questo sia accompagnato o meno da una potente esplosione di super- nova. “La stella che ha formato il buco nero in VFTS 243 sembra es- sere completamente collassata, sen- za alcun segno di una precedente esplosione” , spiega Shenar. “Recen- temente sono emerse prove di que- sto scenario di ‘collasso diretto’, ma il nostro studio fornisce probabil- mente una delle indicazioni più di- rette, con enormi implicazioni sul- l’origine della fusione di buchi neri nel cosmo.” Il buco nero in VFTS 243 è stato tro- vato utilizzando sei anni di osserva- zioni della Nebulosa Tarantola da parte dello strumento FLAMES (Fi- ber Large Array Multi Element Spec- trograph) installato sul VLT dell’ESO. Nonostante il soprannome di “poli- zia dei buchi neri”, l’equipe incorag- gia attivamente il controllo e spera che l’articolo, pubblicato su Nature Astronomy , consentirà la scoperta di altri buchi neri di massa stellare in orbita intorno a stelle massicce, che si pensa siano a migliaia nella Via Lattea e nelle Nubi di Magel- lano. “Ovviamente mi aspetto che altri ricercatori del campo esami- nino attentamente la nostra analisi e provino a escogitare modelli al- ternativi” , conclude El-Badry. “È un progetto molto entusiasmante in cui essere coinvolti.” ASTROFILO l’ !

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