l'Astrofilo settembre-ottobre 2022

38 SETTEMBRE-OTTOBRE 2022 ASTRO PUBLISHING ASTROFILO l’ L e immagini che hanno permesso la scoperta del pianeta nano Sedna. Questo oggetto potrebbe essere il più massiccio fra quelli più direttamente perturbati dall’ipote- tico grande pianeta che esisterebbe ai confini esterni del nostro sistema solare. [Palomar Observatory] Q ueste immagini del 5 novembre 2012, distanziate l’una dall’altra di circa 2 ore, hanno permesso la scoperta di 2012 VP 113 , l’oggetto transnettuniano più distante conosciuto fino ad oggi, con afelio a 446 UA e periodo orbitale di 4274 anni. 2012 VP 113 appare muoversi lentamente tra le stelle e le galassie dello sfondo. [Scott Sheppard/Carnegie Institution for Science] dei pianeti giganti conosciuti del no- stro sistema solare. È ragionevole at- tendersi che anche il picco di flusso dell’ipotetico Pianeta Nove rientri in quel range. Ma perché avviare una ricerca di questo tipo se, come detto più sopra, le posizioni in cielo dei pia- neti conosciuti sono ora in armonia con quelle calcolate? L’esistenza di un grande pianeta ai confini esterni del sistema solare non sembrerebbe più necessaria. In realtà non è così, perché a partire dal 2012 gli astro- nomi si sono resi conto che un nu- mero non trascurabile di oggetti transnettuniani (TNO, categoria che include pianeti nani, grandi aste- roidi e nuclei cometari) sono acco- munati dall’avere il perielio in pros- simità dell’eclittica e dalla stessa parte del Sole, le orbite orientate nella medesima direzione e incli- nate di circa 30°, e per di più sono fisicamente raggruppati. In breve, almeno una dozzina di TNO, fra i quali il pianeta nano Sedna, risul- tano concentrati in un modo stati- sticamente molto improbabile. Da simulazioni al supercomputer avviate nel 2015 da Konstantin Ba- tygin e Mike Brown (California Insti- tute of Technology) risulta che esiste solo 1 probabilità su quasi 15 000 che il raggruppamento orbitale di quei TNO sia casuale. Quello scena- dal gennaio al novembre 1983, e dal- l’AKARI Space Telescope, operativo dal febbraio 2006 al novembre 2011. Oltre che per la separazione tempo- rale, questi due database sono stati scelti per la relativa omogeneità dei dati in essi contenuti: entrambi co- prono lunghezze d’onda del lontano infrarosso vicine ai picchi di flusso

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