l'Astrofilo settembre-ottobre 2020

SETTEMBRE-OTTOBRE 2020 ASTROFILO l’ pannelli solari. In questo modo gli astro- nomi che osserveranno un esopianeta di- stante sapranno dove e che cosa cercare se stanno cercando tecnomarcatori” ; ma il da- tabase che quel lavoro promette di pro- durre potrebbe alla fine tornare utile solo per riconoscere la presenza di eventuali ci- viltà tecnologiche identiche alla nostra at- tuale. Considerando che noi inquiniamo l’atmosfera in modo evidente da circa due secoli, e auspicando che ciò abbia termine entro la fine di questo secolo, scadenza entro la quale potremmo anche aver otti- mizzato la produzione di energia, possiamo supporre che una civiltà come la nostra sa- rebbe riconoscibile dal team di Frank entro un lasso temporale di appena 3-4 secoli, do- podiché potrebbe diventare invisibile. È davvero poco se pensiamo che una civiltà tecnologica può teoricamente evolvere per millenni o addirittura milioni di anni. Lo stesso discorso può essere fatto per altri tecnomarcatori, come ad esempio il surplus di calore planetario, atteso in caso di pre- senza di una civiltà tecnologica, oppure l’il- luminazione artificiale dell’emisfero nottur- no. Entro certi limiti, questi tecnomarcatori potrebbero appalesarsi nei grandi telescopi oggi in costruzione o in procinto di divenire operativi. Ma, anche in questi casi, sarebbe ragionevole attendersi che una civiltà ma- tura sappia come non sprecare calore e co- me non disperdere nello spazio l’illumina- zione artificiale destinata al suolo. Gira e rigira, si ha l’impressione che ogni progetto SETI sia pensato per trovare un L uci artificiali accese nell’emi- sfero notturno di un immaginario pianeta alieno. La ricerca di tec- nomarcatori nel- la Via Lattea con- templa anche questo scenario. [David A. Aguilar/ Harvard-Smithso- nian Center for Astrophysics]

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