l'Astrofilo settembre-ottobre 2019
9 ASTROBIOLOGIA Dopo che avranno selezionato i loro target, che cosa andranno a cercare gli astronomi in quelle atmosfere planetarie? Non potendo realisticamente immaginare la vita diversa- mente da come la conosciamo sul nostro pia- neta, gli astronomi andranno a cercare biomarcatori identici a quelli terrestri, non avendo idea di quali possano essere i biomar- catori associabili a forme di vita basate su ele- menti diversi dal carbonio. I biomarcatori canonici della Terra moderna sono l’ossigeno molecolare (O 2 ) e il metano (CH 4 ). La loro simultanea presenza in un’at- mosfera planetaria evoluta è considerata una biomarcatura particolarmente forte. Tuttavia, la loro reciproca interazione fa sì che abbiano un’esistenza relativamente bre- ve nelle atmosfere di tipo terrestre. Infatti, i raggi ultravioletti stellari rompono facil- mente le molecole di ossigeno, creando ra- dicali che distruggono rapidamente le mo- lecole di metano (per dirla in modo sem- plice). Pertanto, sebbene queste due mole- cole possano essere prodotte da processi abiotici, in assenza di processi biologici in grado di rifornire costantemente l’atmo- sfera, ossigeno e metano non potrebbero es- sere contemporaneamente presenti in quantità rilevabili nello spettro planetario. Sulla Terra, la metanogenesi ebbe probabil- mente inizio nell’Adeano, oltre 3,5 miliardi di anni fa, grazie al metabolismo anaerobico delle prime specie batteriche. Già in quel re- moto eone, la maggior parte del metano pre- V isione artisti- ca di un pia- neta in orbita nella zona abita- bile di una nana K. [NASA Ames/JPL- Caltech/Tim Pyle]
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