l'Astrofilo settembre-ottobre 2019

6 SETTEMBRE-OTTOBRE 2019 risultato è stato quello di cercarli indiscrimina- tamente attorno a stelle di dimensioni molto diverse, escludendo tutt’al più quelle dei primi tipi spettrali (O, B e A), a causa del fatto che la loro breve permanenza sulla sequenza princi- pale non dà il tempo a eventuali pianeti di di- venire abitabili. È ragionevole supporre che più a lungo una stella rimane sulla sequenza principale, più elevate sono le probabilità che un suo pianeta simile alla Terra possa ospitare forme di vita. Poiché minore è la massa iniziale di una stella, più lunga è la sua permanenza sulla sequenza principale, va da sé che le nane M si presentino come un target piuttosto interessante, non solo perché la loro vita media supera abbon- dantemente l’età dell’universo, ma anche per- ché sono le stelle più comuni della Galassia, rappresentando almeno il 75% della popola- zione stellare complessiva. Inoltre, se conside- riamo che la debole luminosità superficiale e la piccola massa delle nane M favoriscono la scoperta di pianeti sia col metodo dei transiti, sia col metodo delle variazioni della velocità radiale, non è una sorpresa che il maggior nu- mero di “candidate Terre” sia stato scoperto proprio attorno a quel tipo di nane. ASTROFILO l’ P er lungo tem- po considerate le stelle ideali at- torno alle quali cercare i biomar- catori, le nane rosse si stanno in- vece rivelando sempre più ina- datte, anche a causa dei violenti brillamenti che le caratterizzano e che interagiscono con le atmosfere planetarie. Qui sopra ne vediamo una raffigurazio- ne. A sinistra, si- stemi a confronto. Sui pianeti di TRAPPIST-1 erano state riposte mol- te speranze, che ora stanno sva- nendo. [NASA/ JPL-Caltech]

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