l'Astrofilo settembre-ottobre 2019

48 SETTEMBRE-OTTOBRE 2019 ASTRONAUTICA zione del rischio da radiazione spa- ziale. Si può in- fatti intuire quan- to sia unico, com- plesso e irripeti- bile in laborato- rio l’ambiente di radiazione di un volo spaziale. È la combinazione di alcune proprietà delle particelle, come la carica, la massa e l’energia, a determinare quanto veloce- mente esse per- dono energia in- teragendo con la materia. Nel corpo uma- no, il danno che un determinato organo riceve di- pende non solo dallo spettro di energia delle par- ticelle cariche, ma anche dalla den- sità e profondità della massa di tes- suti che si trova fra la superficie della pelle e l’or- gano colpito. In generale, più pe- sante è la parti- cella carica, maggiore sarà la quantità di energia depositata per unità di lunghezza del percorso di quella particella. Questa re- lazione è chiamata “linear energy transfer” (LET). Elevati valori di LET possono produrre nell’organismo umano un eccesso di radicali liberi, capaci di arrecare un danno ossida- tivo alla struttura delle cellule. Un’esposizione cronica a un simile stress os- sidativo può comportare invecchiamento precoce, malattie cardiovascolari e forma- zione di cataratte. La precocità della cata- ratta in alcuni astronauti è attualmente l’evidenza più chiara di ciò che comporta ASTROFILO l’ o schema a si- nistra e il vi- deo qui sopra evidenziano i principali effetti che la radiazione spaziale può ge- nerare nel corpo umano, durante una missione su Marte. [NASA] una lunga permanenza nello spazio. Seb- bene conseguenze peggiori siano ancora da dimostrare, il notevole potere ionizzante dei GCR li rende un contributore potenzial- mente significativo al danneggiamento dei tessuti, all’insorgenza di carcinomi, alla de- generazione del sistema nervoso centrale e ad altre deleterie patologie. Più preoccupanti dei GCR per quanto ri- guarda le conseguenze sull’efficienza degli equipaggi nel breve periodo sono i cosid- detti “solar particle events” (SPE), che pren- dono origine dalla rottura delle linee di forza dei campi magnetici delle regioni at- tive presenti alla superficie del Sole. Queste vere e proprie esplosioni scagliano nello spazio brevi ma intensissimi flussi di radia- zione ionizzante, che se assorbita dal corpo di un astronauta in dosi rilevanti può cau- sare, per iniziare, nausea, vomito, affatica- mento, debolezza, malattie respiratorie e digestive, oltre che danni al microcircolo. Mentre questi effetti sono per lo più latenti e non comportano necessariamente un ri- schio immediato per la salute dell’equipag- gio, sono al tempo stesso più che sufficienti a compromettere numerose delle opera- zioni che una lunga missione richiede, dal momento che i singoli astronauti potreb- bero non essere in grado di svolgere i loro compiti nei tempi stabiliti. Il problema posto dalla radiazione spaziale sembra dif- ficile da risolvere e senza dubbio contri- buirà a rallentare ulteriormente l’esplora- zione umana della Luna e di Marte. ! EFFETTI DI RADIAZIONE SUGLI UMANI ACUTI Disturbi quasi immediati quando una grande dose di radiazione è accumulata in un breve lasso di tempo. Provoca nausea, vomito stanchezza e malattie del sistema nervoso centrale che possono portare a problemi motori e comportamentali. CRONICI Gli effetti si possono manifestare decenni dopo l’esposizione. Risultano da una dose di radiazione accumulata su un lungo periodo di tempo. Causano un aumentato rischio di cancro, cataratta e disturbi della vista, malattie cardiache degenerative.

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