l'Astrofilo settembre-ottobre 2019

44 SETTEMBRE-OTTOBRE 2019 ASTRONAUTICA quella assorbita nello stesso periodo sul no- stro pianeta. Nel solo viaggio di andata verso Marte, lungo circa 6 mesi, un astro- nauta potrebbe trovarsi esposto ad almeno il 60% della dose totale limite di radiazione raccomandata dalle agenzie spaziali per l’intera carriera. Sommando viaggio di an- data, permanenza sul pianeta e viaggio di ritorno (in tutto quasi 2 anni), un astro- nauta avrebbe praticamente la certezza di essere esposto a una quantità di radiazione sufficiente a far insorgere patologie proba- bilmente gravi o addirittura letali. Questo problema potrebbe apparentemen- te essere risolto rinforzando la schermatura delle astronavi, ma ciò non è fattibile, per- ché i veicoli spaziali attuali possiedono scudi contro la radiazione che sono già al li- mite di massa compatibile con la potenza dei razzi vettori disponibili. Prendiamo ad esempio la navicella Orion della NASA, il veicolo spaziale tecnologicamente più evo- luto oggi esistente, in fase avanzata di test e progettato sia per missioni brevi (asteroidi vicini e Luna) sia per viaggi verso Marte. Nel suo caso, la migliore soluzione adottabile contro flussi particolarmente intensi e im- ASTROFILO l’ Q uando una particella ad alta energia colpisce l’atmosfera terre- stre, può produrre una cascata di particelle secondarie di mino- re energia, come illustrato qui sopra. Questo fenomeno, chiamato spallazione, si verifica in modo analogo quando una particella carica colpisce lo scafo di un’astronave, generando un flusso di particelle intraveicolari, il cui potenziale effetto sul corpo degli astronauti è pressoché imprevedibile. [A. Chantelauze, S. Staffi, and L. Bret]

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