l'Astrofilo settembre-ottobre 2018
52 SETTEMBRE-OTTOBRE 2018 CRONACHE SPAZIALI za che esploda completamente? Un evento violento deve aver scaricato la giusta quantità di energia sulla stella, facendole espellere i suoi stra- ti esterni. Ma l’energia non è stata sufficiente per annientare completa- mente la stella. Una possibilità per un evento del ge- nere è una fusione tra due stelle, ma è stato difficile trovare uno scenario che potesse funzionare e conciliare tutti i dati su Eta Carinae. I ricerca- tori suggeriscono che il modo più semplice per spiegare una vasta gamma di fatti osservati che circon- dano l’eruzione è con un’intera- zione di tre stelle, in cui gli oggetti si scambiano massa. Se questo è il caso, allora il sistema binario residuo attuale deve essere iniziato come un sistema triplo. “La ragione per cui suggeriamo che i membri di un paz- zo sistema triplo abbiano interagito tra loro è perché questa è la migliore spiegazione per come la compagna di oggi ha perso rapidamente i suoi strati esterni prima della sorella più massiccia” , ha detto Smith. Nello scenario proposto dal team, due stelle pesanti sono in orbita stretta, mentre una terza compagna orbita più lontano. Quando la stella più massiccia della coppia si avvicina alla fine della sua vita, inizia ad e- spandersi e scarica la maggior parte del suo materiale sulla più piccola sorella. Quest’ultima è ora cresciuta la terza stella più esterna, sospin- gendola verso l’interno. Dopo aver effettuato alcuni passaggi ravvici- nati, la stella si fonde con la sua compagna da “pesi massimi”, produ- cendo un’espulsione di materiale. Nelle fasi iniziali della fusione, l’e- jecta è denso e si espande relativa- mente piano, mentre le due stelle si avvicinano sempre di più. Successivamente, si verifica un e- vento esplosivo quando le due stelle interne si uniscono, facendo esplo- dere nuovo materiale, che a quel punto si muove 100 volte più velo- cemente. Il materiale alla fine rag- giunge l’ejecta lento e si infila den- tro come uno spazzaneve, riscal- dando il materiale e facendolo bril- lare. Questo materiale incandescente è la fonte di luce della principale eru- zione storica vista dagli astronomi un secolo e mezzo fa. Nel frattempo, la stella più piccola col nucleo di elio si assesta in un’orbita ellittica, pas- sando attraverso gli strati esterni del- la stella gigante ogni 5,5 anni. Questa interazione genera raggi X che emet- tono onde d’urto. Una migliore com- prensione della fisica dell’eruzione di Eta Carinae può aiutare a far luce sul- le complicate interazioni di stelle bi- narie e multiple, che sono fondamen- tali per comprendere l’evoluzione e la morte di stelle massicce. L a Via Lattea vista sui telescopi Magellan (una coppia di 6,5 metri) presso l’Osservatorio di Las Campanas (LCO), Cile. LCO è stato costruito ed è gestito da Carnegie Observatories. fino a circa 100 volte la massa del nostro Sole ed è estremamente lu- minosa. La stella donatrice ha ora solo circa 30 masse solari, è stata spogliata dei suoi strati di idroge- no, esponendo il suo nucleo di elio caldo. Le stelle con nucleo di elio caldo sono note per rappresentare uno stadio avanzato di evoluzione nella vita di stelle massicce. “A ri- guardo dell’evoluzione stellare, c’è la ferma convinzione che stelle più massicce vivano le loro vite più velo- cemente, mentre le stelle meno im- ponenti hanno vite più lunghe” , ha spiegato Rest. “Quindi la stella com- pagna calda sembra essere più avan- ti nella sua evoluzione, anche se ora è una stella molto meno massiccia di quella che orbita attorno. Questo non ha senso sen- za un trasferimen- to di massa.” Il trasferimento di massa altera l’equi- librio gravitazio- nale del sistema, e la stella col nucleo di elio si allontana ulteriormente dal- la mostruosa so- rella. La stella viag- gia così lontano da interagire gravita- zionalmente con I l cielo ruota sopra l’Osservatorio Gemini Nord. [Joy Pollard] ! ASTROFILO l’
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