l'Astrofilo settembre-ottobre 2018

29 SETTEMBRE-OTTOBRE 2018 PLANETOLOGIA Questa dinamica “soft” avrebbe permesso al giovane Urano di conservare circa la metà dell’atmosfera originaria, nel caso che l’impattatore fosse di 2 masse terrestri, mentre se la massa era tripla solo un terzo dell’atmosfera non ha superato il raggio di Roche (circa 6 raggi di Urano), limite oltre il quale il materiale espulso (rocce, ghiacci e gas) può o contribuire a formare lune, oppure disperdersi nello spazio. È interessante notare che le simulazioni di Kegerreis, oltre a fornire risposte valide alle questioni del campo magnetico e della severa temperatura dell’alta atmosfera, producono un pianeta finale con un incli- nazione dell’asse di rotazione del tutto compatibile con quella attuale di Urano. C’è però ancora un aspetto che rimane in- soluto e che nemmeno le simulazioni sono per ora in grado di chiarire. Si tratta della reale posizione dei poli geografici: per quanto strano possa sembrare, ancora oggi non c’è accordo fra i planetologi su quale sia il polo nord di Urano, e di conseguenza su quale sia il polo sud. In effetti, l’asse di rotazione potrebbe essere inclinato o poco meno di 98° oppure poco più di 82°. Nel primo caso, il polo nord si troverebbe al disotto del piano orbitale e il pianeta avrebbe un moto rotatorio diretto, come quello della Terra. Nel secondo caso, il polo nord si troverebbe sopra il piano orbitale, e la rotazione sarebbe retrograda, come quella di Venere (il cui moto retrogrado è quasi certamente da attribuire a frena- mento gravitazionale operato dal Sole sulla densissima atmosfera del pianeta). Apparentemente sembra impossibile ca- pire come siano disposti i poli geografici del gigante di ghiaccio. Forse la risposta potrebbe venire da future simulazioni con risoluzioni numeriche ancor più elevate, capaci di ricostruire con grande precisione le proprietà fisiche del pianeta, fino a ri- durre a uno solo gli scenari possibili. Ma per raggiungere questo traguardo biso- gnerebbe saperne di più sul misterioso pia- neta che 4 miliardi anni fa colpì Urano. ASTROFILO l’ ! T his view of Uranus was recorded by Voyager 2 on Jan 25, 1986, as the spa- cecraft left the planet behind and set forth on the cruise to Neptune. Voyager was 1 million kilometers (about 600,000 miles) from Uranus when it acquired this wide-angle view. [NASA/JPL]

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