l'Astrofilo settembre-ottobre 2018

22 SETTEMBRE-OTTOBRE 2018 PLANETOLOGIA ASTROFILO l’ sendo all’epoca impossibile dimostrarne la validità, restò solo un’idea. Una ventina di anni più tardi (quindi at- torno alla metà degli anni ‘80), gli astro- nomi si resero conto che l’alta atmosfera di Urano era incredibilmente fredda: -224°C (-371°F). Questa temperatura è quella at- tesa nel caso che l’alta atmosfera fosse ri- scaldata quasi unicamente dal Sole, e non anche dal calore interno del pianeta come avviene per gli altri pianeti giganti. L’emis- sione termica superficiale di Urano è ap- prossimativamente in equilibrio con l’in- solazione, il che significa che il flusso di ca- più misteriosi che fanno di Urano un sog- getto molto interessante per i planetologi: il suo asse di rotazione è praticamente sdra- iato sul piano orbitale, e la sua atmosfera esterna è più fredda di quelle di tutti gli altri pianeti, anche di quella di Nettuno, che è più lontano dal Sole di oltre 1,5 miliardi di km. Come si spiegano queste peculiarità? La prima ipotesi sull’eccezionale inclina- zione dell’asse di rotazione di Urano risale alla metà degli anni ‘60, quando l’astro- nomo russo Viktor Safronov (padre della teoria planetesimale, relativa alla forma- zione dei pianeti) affermò che a inclinare in quel modo l’asse di rotazione fu la collisione contro Urano di un grosso pianeta vagante nel sistema solare. L’idea trovò un discreto consenso nella comunità scientifica, ma es- I l grande astronomo britannico di origine tedesca Wilhelm (Wil- liam) Herschel, ritratto nel 1785 da Lemuel Fran- cis Abbott. A lato, lo sto- rico telescopio con il qua- le scoprì il pianeta Urano.

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