l'Astrofilo settembre-ottobre 2015
CRONACHE SPAZIALI spetto al Sole, e oltre. “È im- portante capire come questi si- stemi si confrontano con il nostro sistema solare” , ha det- to Jay Anderson, membro del team e dello Space Telescope Science Institute di Baltimora, Maryland. “Pertanto ci serve un censimento completo dei pianeti in quei sistemi. Il mi- crolensing gravitazionale è cruciale nell'aiutare gli astro- nomi a migliorare le teorie della formazione planetaria.” Il pianeta nel sistema di OGLE- 2005-BLG-169 è probabilmen- te un esempio di “Giove fal- lito”, un oggetto che inizia a formare un nucleo di tipo gio- viano di roccia e ghiaccio pe- sante circa 10 masse terrestri, ma che non cresce abbastanza velocemente da raccogliere una massa significativa di idrogeno ed elio. Quindi finisce con una massa oltre 20 volte inferiore a quella di Giove. “I Giovi falliti, come OGLE-2005-BLG- 169Lb, sono previsti essere più comu- ni dei Giovi, soprattutto attorno a stelle meno massicce del Sole, se- condo la più condivisa teoria sulla formazione planetaria. Pertanto que- sto tipo di pianeta dovrebbe essere piuttosto comune” , ha detto Ben- nett. Il microlensing trae vantaggio dai moti casuali delle stelle, che sono generalmente troppo piccoli per es- sere notati senza precise misurazioni, tuttavia, se una stella passa quasi pre- cisamente di fronte a una più lontana stella di sfondo, la gravità della stella in primo piano agisce come una lente gigantesca, amplificando la luce pro- veniente dall'altra. Un compagno planetario che si tro- vasse attorno alla stella in primo pia- no può produrre anch’esso una varia- zione nell'intensificazione della lumi- nosità della stella di sfondo. Questa fluttuazione dell'intensificazione può rivelare il pianeta, che in molti casi è troppo debole per essere visto dai te- della lente rivela la massa e la separazione orbitale del pia- neta e della sua stella, così come la distanza del sistema planetario dalla Terra. Le stelle di primo piano e di sfondo sono state osservate in diversi colori con la Wide Field Camera 3 di Hubble, permet- tendo conferme indipendenti nella determinazione della massa e della distanza. Le osservazioni compiute con la Near Infrared Camera 2 del telescopio Keck II più di otto anni dopo l'evento di micro- lensing, forniscono una misura precisa del moto relativo delle stelle di primo piano e di sfondo. “È la prima volta che riusciamo a risolvere completamente la sorgente stellare e la stella-lente dopo un ev ento di microlensing. Ques to ci ha permesso di discriminare tra due modelli che si adattano ai dati della curva di luce del microlen- sing” , ha detto Batista. I dati di Hubble e del Keck fornisco- no un'anticipazione del metodo prin- cipale di rilevamento di esopianeti che sarà adottato da uno strumento spaziale pianificato dalla NASA, il Wide-Field Infrared Survey Telescope (WFIRST), che permetterà agli astro- nomi di determinare le masse di pia- neti scoperti con il microlensing. WFIRST avrà l'acutezza visiva di Hub- ble nella ricerca di esopianeti con la tecnica del microlensing. Il nuovo te- lescopio potrà osservare stelle di primo piano che ospitano pianeti ap- procciare sorgenti stellari di sfondo prima degli eventi di microlensing, e allontanarsi da quelle sorgenti al ter- mine degli eventi. “WFIRST farà mi- surazioni come quelle che abbiamo fatto noi per OGLE-2005-BLG-169, vir- tualmente per tutti gli eventi di mi- crolensing planetario che osserverà. Conosceremo masse e distanze di mi- gliaia di pianeti scoperti conWFIRST” , ha concluso Bennett. Q uesta simulazione mostra il viaggio di 22 anni di una stella che si muove nello spazio e che passa direttamente davanti a una più lontana stella di sfon- do, un effetto chiamato microlensing gravitazionale. [NASA, ESA, D. Bennett (University of Notre Dame), Wiggle Puppy Productions, and G. Bacon (STScI)] n lescopi. La durata di un intero even- to di microlensing è di diversi mesi, mentre la variazione dell'intensifi- cazione dovuta al pianeta dura da po-che ore a un paio di giorni. I dati preliminari del microlensing di OGLE-2005-BLG-169 hanno indicato un sistema combinato di stelle di primo piano e di sfondo, e del piane- ta. Ma a causa degli effetti disturba- tori della nostra atmosfera, un nu- mero di stelle estranee si sono mi- schiate con la stella di primo piano e con quella di sfondo, nel popola- tissimo campo prossimo al centro della nostra galassia. Le nitide immagini di Hubble e del Keck hanno consentito ai gruppi di ri- cerca di separare la sorgente di sfondo dalle sue vicine. Sebbene le immagini di Hubble siano state prese 6,5 anni dopo l'evento di lensing, la sorgente e la stella lente erano an- cora così vicine in cielo che le loro im- magini erano fuse in quella che sem- brava un'immagine stellare allunga- ta. Gli astronomi possono misurare sia la luminosità del pianeta sia quella delle stelle da quell'immagine allungata. Quando combinata con le informazioni derivate dalla curva di luce del microlensing, la luminosità ASTROFILO l’
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