l'Astrofilo luglio-agosto 2014
ESOPIANETI ASTROFILO l’ più centrale che in passato, un altro fattore determinante per le dimensioni finali dei pianeti è la distanza dalle loro stelle, so- prattutto in quei sistemi planetari caratte- rizzati da orbite piccole e quindi brevi periodi. Stando a una re- cente teoria che interpreta quegli scenari, la massa ri- chiesta per il nucleo dal quale può accrescersi un gigante gassoso aumenta con il periodo orbitale. Poiché soprattutto a brevi distanze dalle stelle per un nucleo di quel genere non è semplice raccogliere e trattenere gas del disco protoplanetario, può ac- cadere che i potenziali gi- ganti gassosi non riescano ad andare oltre lo stadio di nucleo. Il risultato di quel “fallimento” dovreb- be essere un pianeta non molto più grande della Terra ma decisamente più pesante e pertanto più denso. Un buon candidato L ’edificio che ospita il Tele- scopio Nazionale Galileo, con lo strumento ben vi- sibile al suo in- terno. Grazie al potente spettro- grafo HARPS-N di cui è stato dotato un paio di anni fa, questo tele- scopio di 3,6 metri di diametro ha permesso di scoprire la prima mega-Terra. [TNG/G. Tessicini] Sotto, una visione interna dello spet- trografo. [HARPS- N Consortium] quella del Sole, un fatto non così scontato come potrebbe sembrare. La metallicità è però solo uno dei fattori che intervengono nella formazione planetaria, e per quanto il suo ruolo sia ora da considerare molto
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