l'Astrofilo luglio-agosto 2014
ESOPIANETI ASTROFILO l’ stelle con elevate abbondanze di metalli nella fotosfera. (Ricordiamo che la foto- sfera è la “superficie” visibile di una stella e che la sua composizione chimica riflette abbastanza fedelmente quella dell'intero globo stellare.) La statistica era però estremamente limi- tata da una serie di fattori, primo fra tutti la difficoltà di scoprire pianeti non giganti, soprattutto su orbite non troppo strette. I riscontri osservativi, almeno per quanto ri- guardava gli hot jupiters, erano comunque in linea con le aspettative teoriche. Se in- fatti i dischi protoplanetari dai quali pren- dono forma i pianeti sono caratterizzati da un elevato contenuto di metalli, i processi di accrescimento sono più rapidi e ciò favo- risce le “taglie forti”, dal momento che i pianeti riescono a ingigantirsi prima che i venti e la radiazione della loro neonata stella abbiano modo di dissipare ciò che resta del disco. Quello che ancora non si sapeva era se anche i pianeti di taglia inferiore, in parti- colare quelli di tipo terrestre, potessero in qualche modo riflettere i livelli di metalli- cità delle loro stelle. Sembrava di no, ma la modesta quantità di piccoli pianeti noti fino a pochi anni fa non aveva consentito di trarre conclusioni definitive. Per far luce sulla questione bisognava poter disporre di un campione statistico decisamente più corposo di quelli considerati in precedenza e non appena il numero di pianeti scoperti ha raggiunto una soglia affidabile, Buch- have e colleghi hanno deciso di affrontare il problema iniziando dall'analisi spettrale di 405 stelle, orbitate da un totale di 600 pianeti di dimensioni relativamente pic- cole. Con grande sorpresa dei ricercatori è emerso che la distribuzione delle dimen- sioni di quei pianeti non è per nulla indif- ferente alla metallicità delle stelle. Se infatti quest'ultima è paragonabile a quella del Sole, le dimensioni dei pianeti sono ti- picamente inferiori a 1,7 volte quella della Terra. Per metallicità di poco superiori a quella solare, le stelle ospitano preferibil- mente pianeti da 1,7 a 3,9 volte più grandi della Terra, mentre i corpi di taglia an- cora maggiore (ma non giganti) sono ricorrenti attorno a stelle con rile- vante metallicità. La conclusione più immediata che si può trarre da que- sta suddivisione in gruppi è che i pia- neti più simili alla Terra per dimen- sioni si formano preferibilmente at- torno a stelle con metallicità parago- nabile o legger- mente inferiore a L ars Buchhave è un ricercatore molto attivo nel settore dei pia- neti extrasolari e negli ultimi anni è stato co-autore di importanti sco- perte. L’ultima è quella dell’ele- vata densità di Kepler-10c. [foto Carlsbergfondet] D iagramma massa-raggio per pianeti con raggio inferiore a 4 raggi terrestri, la cui massa è stata determinata con sufficiente precisione tra- mite misure delle velocità radiali (cerchi e, per i due di Kepler-10, quadrati), o con misure di TTV (Transit Timing Variation, trian- goli). Kepler-10c è il più denso fra le super-Terre. [L. Buchhave et al.]
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