l'Astrofilo luglio-agosto 2014
ASTRONAUTICA Una macchina per caffè espresso. Detto co- sì sembra poca cosa, si tratta invece di un manufatto tecnologicamente molto avan- zato, la cui progettazione e realizzazione ha richiesto qualche anno. L'idea di mandare in orbita una macchina per caffè espresso è inevitabilmente tutta italiana (essendo l'espresso un simbolo del- l'Italia conosciuto un po' ovunque nel mon- do) ed è scaturita dalla collaborazione fra la Argotec (azienda ingegneristica torinese, leader europea nella progettazione di si- stemi aerospaziali e nella preparazione di alimenti per astronauti) e la Lavazza (sto- rico brand made in Italy del caffè, anch’essa torinese), con la partecipazione dell'Agen- zia Spaziale Italiana (ASI). Per mettere in pratica l'idea è stato neces- sario un notevole sforzo dal punto di vista ingegneristico, perché la microgravità ti- pica della ISS richiede dispositivi e funzio- nalità interne alla macchina per espresso che quasi nulla hanno a che vedere con quelli presenti sulle normali macchine dei bar o di casa. Il controllo del- l'alta pressione e dell'alta tem- peratura che si sviluppano sono stati i due ostacoli più insidiosi da affrontare, assieme alla neces- sità di far scorrere i liquidi in circuiti stagni, fino al contenitore per la degustazione. Come si può intuire, qualunque dispositivo venga inviato nello spazio deve soddisfare requisiti molto severi in termini di funzio- nalità tecnica e di sicurezza. Potrebbe ba- stare anche un solo espresso fuori controllo per mettere a repentaglio la strumenta- zione di bordo e l'incolumità degli astro- nauti. Le particolari condizioni in cui deve operare la macchina e le norme di sicurezza che è stato necessario rispettare costruen- dola hanno reso indispensabile sovradi- mensionare e irrobustire l'intera struttura, tanto che alla fine si è giunti a un peso di circa 20 kg, non poco se consideriamo che ogni chilogrammo inviato nello spazio costa diverse migliaia di euro (il costo varia a seconda del vettore utilizzato). Un'idea della solidità di quella macchina, simpatica- mente chiamata “ISSpresso”, ce la dà il tu- bicino che trasporta i liquidi al suo interno, tubicino che invece di essere di plastica co- me nelle normali macchine per espresso, è realizzato con un acciaio speciale in grado di resistere a una pressione di circa 400 at- mosfere, ovvero oltre 4 volte quella pre- G iuseppe La- vazza (a sini- stra), vice presi- dente di Lavazza, e David Avino, managing direc- tor di Argotec, brindano allo loro joint venture con un espresso prodotto con il prototipo della ISSpresso, la macchina per caffè e altre be- vande calde che in novembre rag- giungerà l’Inter- national Space Station. [Lavaz- za, Argotec]
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