l'Astrofilo maggio 2013

ASTRONAUTICA ASTROFILO l’ dei blocchi di tungsteno. Anche la colloca- zione (circa 80 km a est del luogo di atter- raggio di Curiosity) e l'ampiezza dell'area complessivamente interessata dalla caduta dei frammenti (circa 8 km in lunghezza) sono compatibili con i tempi e la successione del distacco delle varie parti e con la dina- mica del loro ingresso nell'atmosfera mar- ziana. Includendo gli impatti minori, origi- nati molto probabilmente da frammenti se- condari del modulo di crociera, l'area inte- ressata dalla caduta del relitti si snoda in lunghezza per una dozzina di chilometri. In un'area discosta da quella interessata dall'impatto delle parti più rilevanti, sono stati individuati su immagini acquisite con la Context Camera dell'MRO anche i segni della caduta di altri sei blocchi di tungsteno più piccoli (25 kg l'uno) sganciati in una fase avanzata della discesa nell'atmosfera marziana; anche questi blocchi avevano il compito di tener bilanciata la navicella. Se da un lato i vari relitti disseminati sulla superficie di Marte possono apparire come una forma di inquinamento, per altri versi lo studio di tutte le formazioni da impatto prodotte dai manufatti umani ha una rica- duta positiva sulla caratterizzazione del suolo e soprattutto del sottosuolo mar- ziano. Conoscendo infatti dimensioni, mas- sa, densità, velocità e angolo d'impatto de- gli oggetti caduti, osservando la struttura originata dall'impatto si ottengono preziose informazioni sul materiale colpito. Ecco dunque che ritrovare determinati relitti non è solo una sfida fine a sé stessa. n gini inserite qui in alto sulla de- stra mette invece in evidenza i punti di impatto dei sei blocchi di tungsteno più leggeri (25 kg), rilasciati dal mo- dulo di discesa quando era già abbondante- mente penetrato nell’atmosfera. Le frecce aiutano nell’identifica- zione delle strut- ture. [NASA/JPL Caltech/Univ. of Arizona]

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