l'Astrofilo maggio 2012

5 ASTROFILO l’ MAGGIO 2012 PLANETOLOGIA S ullo sfondo, una visione fantastica di parte del folto sistema planetario che circonda la stella HD 10180. Il pianeta in primo piano è HD 10180 d, il quarto pianeta in ordine di di- stanza dalla stella, uno dei 5 di massa parago- nabile a quella di Nettuno. I due pianeti in tran- sito sul disco stellare (fenomeno non visibile dal- la Terra) sono quelli più interni di tutto il siste- ma, HD 10180 d e HD 10180 c. [ESO/L. Calçada] C ome molti lettori ricorderanno, nel- l’agosto del 2006 l’International Astro- nomical Union declassò Plutone a ran- go di pianeta nano, portando ufficialmente da 9 a 8 il numero dei pianeti che ruotano at- torno al Sole. Nonostante quella decisione, il nostro sistema solare rimaneva di gran lunga il più popoloso fra quelli noti, dal momento che attorno a nessun’altra stella si contavano più di 4-5 pianeti. Solo molto più recente- mente alcune ricerche pubblicate su riviste specialistiche hanno evidenziato l’esistenza di un paio di sistemi con almeno 6 probabili pianeti, quelli di Kepler-11 e HD 10180 (sco- perti con metodi totalmente differenti, l’uno attraverso i transiti sul disco stellare, l’altro per la trazione gravitazionale esercitata dai singoli pianeti sulla stella). Qui quello che più ci interessa è HD 10180, perché Astronomy & Astrophysics ha ospi- tato un articolo firmato dall’astronomo fin- landese Mikko Tuomi (University of Hert- fordshire, University of Turku), che mette a ri- schio il primato del Sole in fatto di maggior numero di pianeti: HD 10180 ne avrebbe 9. Per giungere a questa notevole scoperta (che necessita di conferme), Tuomi non ha effet- tuato nemmeno un’osservazione, sì è infatti limitato a rielaborare attraverso complicatis- sime tecniche di analisi statistica una lunga serie di dati raccolti precedentemente da altri ricercatori. I dati in questione sono rappre- sentati essenzialmente da 190 misure di ve- locità radiali della stella in questione (molto simile al Sole, anche per l’età), ottenute con lo spettrografo HARPS (High Accuracy Radial Velocity Planet Searcher) in dotazione al te- lescopio di 3,6 metri dell’European Southern Observatory, in Cile. La velocità radiale è quella che una stella (e non solo) mostra lungo la linea di vista e che si traduce in un avvicinamento o in allonta- namento rispetto all’osservatore. Trattan- dosi di una velocità relativa è molto diversa dalla velocità assoluta che caratterizza il moto proprio della stella (o di altro oggetto) nella sua orbita galattica. Eseguendo una lunga serie di misurazioni sulla velocità ra- diale di un astro e distribuendo tali misura- zioni su un arco di tempo sufficientemente

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