l'Astrofilo maggio 2012

NEBULOSE ASTROFILO l’ un'immagine piuttosto diversa. Le lunghezze d'onda dell'infra- rosso lontano osservate da Her- schel (in questo caso fra 70 e 250 micron) mostrano i pilastri come regioni brillanti che risplendono contro le regioni nebulari più scu- re (foto in basso), quasi l'opposto dell'immagine ottica. La polvere dei pilastri, a tempera- ture fra 10 e 40 Kelvin, emette più fortemente a queste lunghezze d'onda di ciò che sta attorno e così risplendono. Se la polvere fosse dietro il gas che risplende a lunghezze d'onda ottiche, ve- dremmo ancora la stessa imma- gine di Herschel, ma l'immagine ottica sarebbe piuttosto diversa: non ci sarebbero i pilastri! Un ottimo esempio di contrasto fra le immagini ottica e infrarossa di una nebulosa è quello relativo alla struttura nebulare catalogata col nome Barnard 211-213, nubi oscure presenti nel complesso molecolare del Toro. Immagini di quelle nubi (otticamente) scure realizzate con lo strumento LA- BOCA (Large APEX Bolometer Ca- mera) del telescopio Atacama Pathfinder EXperiment (Cile), mo- strano che in realtà sono molto brillanti nell'infrarosso: stanno emettendo l'energia che hanno assorbito nell'ottico. Le bande ottica e infrarossa sono quelle che più spesso concorrono a formare splendide immagini di nebulose. Tuttavia le nebulose possono emettere anche in altre lunghezze d'onda, come risultato di diversi processi fisici. Ne descri- viamo alcuni qui di seguito. Gli elettroni nel gas ionizzato tal- volta si ricombinano con i protoni per riformare atomi di idrogeno, producendo l'emissione ottica de- scritta più sopra; può però anche capitare che invece di ricombi- narsi "sfreccino" a breve distanza dai protoni proseguendo oltre, e

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