l'Astrofilo maggio 2012

PLANETOLOGIA ASTROFILO l’ nica (dove sono presenti caldere che rag- giungono i 25 km di diametro) risulta essere migrata lassù in un’epoca successiva all’esau- rirsi delle effusioni magmatiche. Secondo Maria T. Zuber (MESSENGER co-investigator del MIT e coautrice di due articoli al ri- guardo, usciti a fine marzo su Science ) ciò può essere avvenuto attraverso un processo geodinamico chiamato “deriva polare”, at- tivato dalla ridistribuzione delle masse all’in- terno del pianeta. Il comune denominatore delle tre situa- zioni non può che essere una globale atti- vità geologica protrattasi ben oltre l’epoca della formazione di Mercurio, sicuramente per almeno 1 miliardo di anni dopo quella fase (durata circa una de- cina di milioni di anni). Che la struttura interna di Mercurio sia ben più com- plessa di quanto finora creduto è risultato chiaro non appena MESSENGER ha completato una prima mappatura del campo gra- vitazionale del pianeta, operazione che abbinata ai rilievi topografici ha messo i ricercatori nella condizione di rappresen- tare realisticamente lo stato e le dimensioni del nucleo planetario, nonché lo spessore di crosta e mantello e i possibili movimenti tettonici che vi si sono sviluppati. Fra tutti i risultati ottenuti, il più eclatante riguarda il nucleo di Mercurio, che rag- giunge ben l’85% del raggio del pianeta (come dire una sfera di 4150 km di diame- tro), con crosta e mantello che costitui- scono assieme il restante 15%, un rapporto molto sbilanciato che non ha eguali nel si- stema solare (nel caso della Terra il nucleo occupa il 50% del raggio). La presenza di un nucleo proporzional- mente così grande abbinata all’esistenza di un campo magnetico globale (che pur es- sendo un centinaio di volte meno intenso di quello terrestre è comunque rilevante

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